Avanzata da Carmine Ginese una richiesta di risarcimento dei danni subìti nel corso della carcerazione espiata in custodia cautelare preventiva in regime di 41 bis presso la Casa Circondariale di l’Aquila nell’ambito del maxiprocesso denominato Santa Tecla dalla Procura distrettuale antimafia.
Come già noto, il regime del carcere duro del 41 bis è stato introdotto dal legislatore nei confronti dei detenuti ritenuti ai vertici delle associazioni mafiose e ‘ndranghetistiche, ma Ginese Carmine è tornato definitivamente in libertà lo scorso novembre 2014 ed è l’unico, tra i detenuti che sono stati ristretti al regime del carcere duro del 41 bis, a non dover far rientro dietro le sbarre anche dopo la sentenza emessa lo scorso 8 gennaio 2015 dalla Corte di Cassazione romana, con la quale sono state confermate tutte le condanne inflitte.
Ciò in quanto la Corte di Appello di Catanzaro nel luglio del 2013 aveva ritenuto estraneo il Ginese dalle accuse mosse nei suoi confronti dai collaboratori di giustizia riguardo ai contestato ruolo decisionale ed inoltre perché il Ginese non aveva presentato ricorso in cassazione, ma preferiva rivolgersi nuovamente alla Corte di Appello di Catanzaro, la quale in accoglimento di un ulteriore ricorso presentato dall’Avv. Pasquale Di Iacovo, concedeva allo stesso un ulteriore sconto di pena, riducendola da 6 anni e 8 mesi a quella di tre 3 anni di reclusione.
Tuttavia durante la detenzione subìta nel carcere di L’Aquila, Ginese veniva sottoposto ad una erronea somministrazione di una farmaco per via intramuscolare, che gli causava una patologia limitativa della funzionalità di una gamba.
Per riappropriarsi nuovamente della completa funzionalità della gamba, il Ginese dovrà sottoporsi ad intervento chirurgico, ma intanto ha avviato una richiesta di risarcimento di risarcimento dei danni nei confronti del personale medico in servizio presso la Casa Circondariale di L’Aquila, per avergli procurato delle lesioni colpose, causate da imperizia e negligenza nell’effettuazione dell’erronea somministrazione del farmaco.
La Redazione