Sono trascorsi circa due mesi dalla sua improvvisa scomparsa, avvenuta all’età di 59 anni presso il locale ospedale “Guido Compagna” e sulla quale sono in corso indagini, da parte delle preposte autorità, per accertare esatte dinamiche e cause che hanno portato al decesso, ma la sua figura è più che mai viva in quanti lo hanno conosciuto.
Giovanni Russo era da tutti benvoluto e stimato, onesto e competente nel suo lavoro, affettuoso marito e padre di due figli, profondamente legato alla “sua” Schiavonea, frazione marinara e turistica del comune di Corigliano Rossano dove ha sempre vissuto, profondamente legato com’era alla famiglia e, in particolar modo, al fratello Maurizio, col quale aveva condiviso tante esperienze lavorative nel campo della ristorazione.
Poche righe, oggi, ma doverose, per rendere il giusto tributo ad un uomo limpido e leale, già consigliere comunale negli anni Novanta, sempre attento alle tematiche e problematiche di Schiavonea e della sua gente. Le festività natalizie che volgono al termine rappresentano un’utile occasione per far riaffiorare alla mente anche le sue gesta canore, talentuoso com’era nell’interpretare celebri brani di Adriano Celentano ed altri big della musica italiana. E non è un caso, infatti, che i suoi familiari abbiano deciso di far incidere sulla sua lapide una significativa frase della stupenda canzone “L’Arcobaleno” del mitico Molleggiato.
Tanto ci sarebbe da scrivere, perché molti sono i ricordi. Ma la memoria non ha bisogno di fasti e retorica, ciò che conta è il pensiero nei confronti di un uomo semplice e generoso, che nella cittadinanza oggi in tanti rimpiangono. A Giovanni Russo un saluto affettuoso e alla sua famiglia il rinnovo dei sentimenti di stima e vicinanza.
Fabio Pistoia