In un’associazione di volontariato, di pubblico servizio, o nel mondo delle cooperative a fini sociali, la parola d’ordine è GRATUITO. Per la legge italiana, il volontariato organizzato nelle associazioni è regolato dalla legge 266/1991 che recita: Gratuità assoluta “escluso rimborsi spesa” delle prestazioni fornite dai volontari in modo personale e spontaneo, divieto assoluto di retribuzione degli operatori soci delle associazioni. A meno che, chi si fa pagare per dare un contributo di qualsiasi natura realizza una prestazione professionale.
Solo nell’area urbana Corigliano – Rossano ve ne operano un centinaio e con finalità disparate, buona parte di queste, vogliamo credere siano amministrati con nobili sentimenti ed avente come scopo primario a parte il guadagno degli associati l’integrazione reale nel sociale del profugo o del rifugiato politico, siano essi clandestini o non. Il fatto è che in un’Italia allo sfascio e precisamente al sud in preda alla mala politica e con la collaborazione di questa che a sua volta elargisce finanziamenti a pioggia in particolare agli amici, tale fenomeno si è rivelato troppo spesso preda di speculatori di ogni risma, improvvisatosi alla meno peggio e che di questo fenomeno ne hanno fatto il loro mestiere sia per loro stessi che per parenti, figli/e, interessamento, tra l’altro ben retribuito, e troppo spesso non controllato da chi ne avrebbe l’autorità. Chi controlla le finalità, la buona riuscita dei progetti, l’inserimento nel mondo del lavoro dello ( straniero) ma in particolare i bilanci che per legge e per la trasparenza stessa dell’associazione dovrebbero essere pubblici? E in questo fenomeno, il compito dell’agenzia delle entrate è vigile al fine di scovare e debellare eventuale evasione? O questa pratica è valida solo per i comuni contribuenti? La maggior parte delle associazioni e del mondo cooperativo è incapace di fare filtro con altri enti come per esempio con la Coldiretti per organizzare corsi per potatori, corsi come innestatori, come assistenti cuochi, apprendista pizzaioli, camerieri, apprendista falegname, addetti alla manutenzione del verde pubblico, nel mondo agricolo o ad altri corsi possibili nel nostro territorio, collaborando, interessandone se è necessario, la Confocommercio, seriamente il sindacato, il mondo imprenditoriale che opera nel mondo del turismo, della pesca ecc, ecc, eviteremmo di fatto di vedere i tanti immigrati loro malgrado girare a vuoto per Corigliano e per il territorio con in mano un telefonino collegato alle cuffie, ma la cosa più importante è non saperli nelle mani di caporalati senza scrupoli e vittime del lavoro nero. Questo a nostro avviso, sarebbe per il momento un buon inizio all’integrazione dello straniero, vogliamo credere che coloro i quali vivono quotidianamente il problema immigrazione e loro inserimento cambino rotta e modi, oltre a pensare ai loro introiti, prendano seriamente questa evenienza, tra l’altro proposta dallo stesso Ministro Minniti. Crediamo che gli stranieri sarebbero ben lieti a disporre ed impiegare il loro tempo in modo più redditizio, come quello di imparare un mestiere che gli potrà essere utile nel quando faranno ritorno ai loro paesi, sta alla politica affrontare in modo serio il problema, rinunciando se ne ha gli attributi a continuare a foraggiare ed ingrassare le tasche degli amici. Ci piacerebbe, sapere le finalità, i finanziamenti finalizzati a progetti per le riserve naturali del lago di Tarsia e della foce del Crati, se non fosse che la gestione delle due aree protette pare sia affidata al comune di Corigliano in collaborazione con i comuni di Tarsia, di Santa Sofia D’Epiro e di Cassano allo Ionio per gli aspetti amministrativi, e all’associazione Amici della terra Italia per il valore naturalistico di cui gode di finanziamenti. E che dire dell’Associazione Torre del Cupo ospite a Schiavonea, configurata come una organizzazione di volontariato O.D.V. regolata anch’essa, come tutte le altre dalla legge 266/91 sul volontariato, e a quanto pare gode di finanziamenti regionali e al tempo delle province anche da questa. E che dire dell’Associazione NICHEA di pubblico servizio nata come mediazione psicologica alle donne soggette di violenza, una volta sede nel quadrato Compagna. E delle altre cooperative del tipo: Futura, Sinergie, Mondiversi ed altre.
Per il movimento centro storico: Luzzi Giorgio.