Era il febbraio del 2021 quando una donna coriglianese si recava presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Spoke di Corigliano-Rossano con una trombosi venosa profonda in atto.
Il marito della donna, tramite il proprio legale, avvocato Fausto Alberti, del Foro di Spoleto, sporgeva denuncia-querela nei confronti dei sanitari che ebbero in cura la donna e con riferimento al reato di omicidio colposo in ambito sanitario.
All’esito delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero formulava richiesta di archiviazione, ritenendo tra le altre cose che la malcapitata sarebbe deceduta per cause naturali. Ovviamente pieno disaccordo da parte del marito, il quale sempre tramite il suddetto legale formulava opposizione alla richiesta di archiviazione, non condividendo quindi le risultanze cui era giunta la Procura della Repubblica.
Nella settimana scorsa si è svolta l’udienza camerale dinanzi al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Castrovillari ed a seguito dell’opposizione presentata dall’avvocato Alberti. Lo stesso Giudice in accoglimento totale della stessa opposizione ha, infatti, disposto che il Pubblico Ministero svolga nuove indagini, al fine di meglio chiarire la vicenda.
In particolar modo, la difesa della persona offesa, conscia dell’inadempimento dei sanitari che ebbero in cura la donna e sulla base della certificazione medica, ha sostenuto che il Pubblico Ministero, nell’ambito dell’attività investigativa non si è avvalso di propri consulenti medico-legali, aspetto questo che il caso di specie imponeva, al fine di meglio chiarire la vicenda che ha interessato la vittima, la quale probabilmente si sarebbe potuta salvare qualora i sanitari avessero posto in essere una diagnosi tempestiva e corretta. Gli stessi sanitari, infatti, non hanno eseguito una serie di esami specifici che il caso imponeva ed all’esito dei quali avrebbero potuto prescrivere la terapia corretta, che probabilmente non avrebbe condotto all’exitus. La donna, infatti, in attesa di essere trasportata con l’elisoccorso presso l’Ospedale di Cosenza, purtroppo moriva ancor prima di arrivare presso quest’ultimo nosocomio.
Sollievo, quindi, per il marito, il quale chiede solo giustizia qualora siano stati commessi degli errori.
FABIO PISTOIA