di Luigi Petrone
Il primo giorno dell’anno i bambini a Corigliano ricevevano la strina, la strenna.
Questa parola deriva dal latino strēna che significa “regalo di buon augurio” ed era un’usanza degli antichi Romani.
Le strenae erano i doni di carattere simbolico e di significato religioso che i Romani usavano scambiarsi in giorni di festa, specie alle calende di gennaio quale augurio per il nuovo anno o che i protetti portavano ai loro patroni in segno di rispetto. A Corigliano a lungo era usanza che coloni e massari portassero in dono ai loro proprietari delle terre dove lavoravano ceste e cassette piene di ogni ben di Dio.
Anche i bambini osservavano questa usanza. ‘U juorni ‘i ra prima ‘i l’anni con un sacchettino di stoffa attaccato al collo (‘u burzillini), ogni bambino e bambina si recava da nonni, zii, padrini e vicini di casa, a portare gli auguri del nuovo anno recitando questa filastrocca:
Primi ‘i misi, primi ’i l’anni, famm‘a strina ca ghè Capiddanni, e si pu ti cummena ma fe’ puri a ra Bbifena.
Ogni bimbo riceveva un piccolo dono e felice faceva ritorno a casa.
Luigi Petrone