Vincere i campionati con gli scarpini firmati da Messi è “super”, ma vincere la morte, come il Beato Carlo, lo è ancora di più. Una figura bellissima da raccontare, soprattutto, ai nostri ragazzi, non per influenzarli come certi “messaggi” dei “tempi moderni”, ma per parlare al loro cuore con “il cuore” di un giovane che ha offerto la sua sofferenza, come dono, per il bene dell’umanità e dei suoi coetanei.
Francesco d’Assisi aveva il saio, il nostro Francesco di Paola i sandali, Carlo usava le nike, quelle scarpe che abbiamo notato tutti, durante l’esposizione del corpo, in occasione della beatificazione. Non è questione di saio, sandali o snakers, quando tutti siamo chiamati, oggi, soprattutto in questo tempo di pandemia, a camminare insieme. Carlo sta “parlando” ai cuori di tanti uomini e donne, di tutto il mondo, come a quello di don Michele Munno, parroco a Trebisacce, ispirato proprio dalla vita del giovane Carlo per scrivere le meditazioni della Via Crucis. Come il Beato Carlo il modo migliore per rivolgersi a Dio è il silenzio. Silenzio di eterno, di eternità, d’amore. Allora sarà bellissimo vincere la sofferenza, la paura, la morte, come Carlo, con le sneakers ai piedi.
francesco caputo