Un’altra stagione estiva s’affaccia all’orizzonte, presentando nuovamente problematiche e questioni irrisolte da decenni e che interessano la comunità.
A Piana Caruso, località montana dell’area urbana coriglianese sempre cara e viva nel cuore di quanti ne apprezzano la salubrità dell’aria e la bellezza dei luoghi, è evidente l’amarezza di di concittadini e villeggianti per una situazione che si trascina ormai da troppo tempo.
All’ingresso della Piana, a pochi passi dai cosiddetti “canali” dell’acqua e del caratteristico bar-tabacchi della zona, sono presenti, in tutta la loro incuria, i resti di una struttura rimasta a metà, che sarebbe dovuta essere un anfiteatro.
Da circa un ventennio tale manufatto è purtroppo divenuto uno spazio privo di alcuna funzione e utilità, e non di rado ricettacolo di rifiuti ad opera di incivili. Avrebbe potuto invece ospitare una piazza, un’area destinata ai giochi per i bambini o al parcheggio, invece non è nulla di tutto ciò. Semplicemente, ieri come oggi, è un pugno nell’occhio e un’offesa al decoro.
Quel che resta di questa ipotetica struttura rappresenta la visiva testimonianza di una delle incompiute politico-istituzionali del passato e rende pienamente comprensibile il malumore che regna tra tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della zona montana coriglianese. Una situazione che può e deve essere affrontata da quanti di competenza, pur nelle difficoltà dei costi e delle scelte da assumere.
FABIO PISTOIA