Il 25 Aprile è ormai alle porte. Oltre alla Festa della Liberazione e ai Solenni Festeggiamenti in onore del Patrono San Francesco di Paola, ricorre anche la festività di San Marco Evangelista.
Si rinnova, pertanto, il ricordo e la testimonianza, anche in questa particolare occasione, di un bene culturale della nostra città che porta il nome di San Marco e oggi mostra, a chi si accosta alla sua visione, solo i ruderi di quel che è stato nella sua magnificenza. Ruderi comunque maestosi, tali da trasmettere, da un lato, fascino per la storia e l’arte che ovunque sprigiona e, dall’altro, sensazione d’impotenza per le condizioni in cui attualmente versa.
La Chiesa di San Marco, o meglio la sua facciata, sorge in contrada Bonifacio, arteria dello Scalo cittadino ai più conosciuta come la “strada del macello” per la presenza dell’ex mattatoio comunale. Alle spalle delle fontanelle utilizzate per l’erogazione dell’acqua, è situata all’interno di una proprietà privata, immersa tra il verde degli agrumeti e con un suggestivo viottolo che ad essa conduce.
Ai proprietari del terreno va ascritto il merito di aver mantenuto intatto quel che resta di tale preziosa testimonianza culturale e religiosa. Alle istituzioni a tutti i livelli, invece, si rivolge l’ennesimo appello per il suo recupero e la sua valorizzazione; si pensi infatti che, secondo lo storico Pugliese, sotto il rudere ci sia addirittura una chiesetta primitiva.
Ancora oggi, tuttavia, nonostante l’incuria del tempo e degli uomini, quel che rimane della Chiesa di San Marco continua a mostrare la sua imperturbabile bellezza, tra il profumo di zagara e il ricordo di un tempo che non è più.
FABIO PISTOIA