Dalla testimonianza di una mamma su Facebook
La mattinata odierna si è trasformata in un percorso ad ostacoli presso l’ospedale di Corigliano per una madre e la sua bambina di tre anni. Giunte intorno alle 9:30, le prime fasi dell’accoglienza sembravano promettenti, con un rapido triage e l’invito a salire al reparto di pediatria.
Tuttavia, l’attesa al piano superiore si è protratta, culminando in una frettolosa valutazione del medico sul ciglio della porta, senza un’accurata visita del braccio gonfio della piccola.
La situazione è degenerata con ulteriori attese e ripetuti solleciti rimasti inizialmente senza risposta. Solo l’intervento casuale di un tecnico ha sbloccato l’accesso al reparto. Una volta all’interno, la madre ha dovuto insistere per ottenere una visita più approfondita, arrivando persino a suggerire gli esami diagnostici da effettuare.
L’iter per eseguire una radiografia si è rivelato un ulteriore labirinto burocratico, con un’iniziale negazione da parte del personale della radiologia a causa di presunte incongruenze nella compilazione della richiesta. La madre, con la figlia in condizioni di disagio, è stata rimbalzata tra reparti, sentendosi costretta a fare da tramite per risolvere quelle che apparivano come mancanze interne.
Solo l’intervento di un tecnico della radiologia, descritto come una figura provvidenziale, ha finalmente sbloccato la situazione, permettendo l’esecuzione dell’esame. Ironia della sorte, l’esito ha fortunatamente escluso gravi problemi.
Al momento delle dimissioni, un ulteriore elemento di confusione ha riguardato il farmaco prescritto, diverso da quello somministrato in precedenza.
Questa esperienza, pur concludendosi con un esito positivo per la salute della bambina, solleva interrogativi sull’efficienza dei processi e sulla comunicazione tra i reparti, evidenziando come la mancanza di coordinamento possa generare disagi e frustrazione per i pazienti e i loro familiari. La testimonianza della madre sottolinea la sua preoccupazione per possibili ritardi o inefficienze che, in situazioni più gravi, potrebbero avere conseguenze ben più serie.