Schiavonea, giovedì 21 novembre 2024, ore 17.15. A volte si partecipa, casualmente (!), a scene che riempiono il cuore di emozioni rendendo gli occhi lucidi di turbamento.
È quanto ho vissuto ieri sera in una strada di Schiavonea nelle vicinanze dell’ex Mensa Parrocchiale dove, casualmente, ho verificato, ancora una volta, come la povertà altro non è che l’essenza di chi la vive nella sua quotidianità mentre per noi è quasi un “fastidio” sia nel percepirla, che nel guardarla.
Una povertà che noi, avvolti nella nostra doviziosa superbia, non possiamo neanche immaginare!
Un uomo, uno dei tanti che convengono nelle nostre vie ma non nei nostri cuori che, barcollando, incedeva nel buio che avvolgono le nostre strade ma, ancor più, nel buio dei nostri cuori e, al seguito tantissimi cani!
Un uomo solo! Di certo avvolto, se non prigioniero, dei suoi pensieri oltre che vittima di una toccabile lontananza derivante dalla mancanza di un affetto, di una famiglia, di un minimo di calore umano che noi, uomini “sociali”, non siamo più in grado di spartire, neanche con un sorriso, neanche con una pacca sulle spalle…con nessuno, figuriamoci con un “mendicante”!
Ciondolando arriva ad un marciapiede! Si siede! Toglie da una busta una birra ed inizia a bere.
Lo guardo! …lo osservo è penso come l’“indigenza” non è di certo di chi, come questo pover’uomo, la vive nella sua quotidianità quanto a chi ha reso quest’essere umano invisibile ai nostri occhi tanto da restarne infastiditi non solo nel vederlo, quanto nel pensare che possa condividere i nostri stessi spazi!
Sono fermo nell’ammirare il “suo codazzo” che non è fatto di amici sontuosamente vestiti, ma è composto da una “mandria” di cani randagi.
Scodinzolando e festosi lo seguono!
Mi chiedo: chissà cosa cercano in chi, indubbiamente, ha già di così poco per sé stesso?
Eppure lo seguono!
Lo scortano con tanta fiducia che non può essere effimera speranza ma, per come avvenuto, è certezza!
Lui è seduto sul marciapiedi mentre loro, i cani, a fargli festa! Lo circondano, lo abbaiano!
Poi quello che non ti aspetti.
Quel “pover’uomo” apre una busta forse, penso, starà togliendo un qualcosa che possa mangiare lui accompagnandolo alla birra che è sempre là vicino!!!!
Ed invece?
Invece toglie, dalla busta, delle crocchette e delle vaschette di carne che apre e mette a disposizione di quei cani, evidentemente dei suoi cari ed “unici” amici!
Che spettacolo! Un “barbone” che mi ha insegnato, con gesti semplici e coinvolgenti, l’Amore, quello vero, quello che pur di viverlo, anche se lontano da casa, lo condivide, nella sua solitudine, con dei cani che lo abbaiano, lo leccano, gli saltano addosso in segno di gioia e di complicità.
Mi avvio per far ritorno a casa ed ho tanto a cui pensare ma su tutto mi soffermo su come l’umanità non è, purtroppo, di chi la professa a “parole” ma è di chi la custodisce, con saggezza, nello scrigno della vita nel quale, nel tempo, non ha avuto modo di custodire ricchezze ma, suo malgrado, ha riposto e ripone le perle che trasudano dalla sua fronte, le lacrime che, sul viso, ne tracciano solchi quasi a evidenziarne immaginari sorrisi…è credere che stia per davvero sorridendo è solo voler alleggerire le nostre mediocri e insufficienze d’animo!
Tra poco sarà Natale! Diamo significato alla Festa riscoprendone il suo amorevole significato dell’Emmanuele, Dio con Noi, ricercandoLo in chi per davvero soffre!
Lettera Firmata. SGF