di Luigi Petrone
A Corigliano paese si può (ancora per poco) ammirare sulla parete esterna di una casa privata
un affresco tra i più belli e antichi della città raffigurante una Madonna col Bambino.
Questo affresco è posto sulla parete esterna dell’abitazione di proprietà degli eredi di Giuseppe Manfredi che nella parte inferiore dà accesso ad altri alloggi che non hanno alcun rapporto materiale né di contiguità con il dipinto.
Questo affresco è la “Nuova Odigitria” (o più popolarmente la Madonna del Patire) databile tra la fine del ‘500 e l’inizio dl ‘600. Questa immagine sacra di arte e di fede, per il suo valore simbolico di unione della storia di Corigliano e Rossano appartiene a tutta la Comunità.
Poiché versa in cattivissime condizioni e necessita di un urgente restauro (analogamente con quanto è stato fatto per il restauro dell’affresco posto accanto alla chiesa di santa Chiara), l’Associazione “Coriglianesi nel Mondo” ha intrapreso un progetto, a sue spese (cosa rara a vedersi dalle nostre parti), di effettuare un intervento di restauro conservativo per salvare questo affresco ma che il sig,. Cianci, come lui dichiara, pur non avendo titolo, ha bloccato. Siccome il sig. Carmine Cianci in una sua lettera su Il Blog di Corigliano (pubblicato in data 30 0ttobre u.s.) dà le “sue” motivazioni, e poiché neppure noi vogliamo fare tacere la cosa, rispondiamo punto per punto a quanto scrive in proposito. E allora diciamo le cose come stanno.
Il sig. Cianci, pur sapendo chi avesse il merito dell’iniziativa del restauro, scrive sul Blog con evidente scopo di sottolineare un illecito da parte nostra: “in che veste, il Signor Petrone si interessa, fa installare e poi smontare un’impalcatura e agisce sul restauro dell’affresco?”. Si deve sapere che l’idea del restauro è nata in seno all’Associazione “Coriglianesi nel Mondo”, non si tratta dunque di una iniziativa personale né di un imbianchino come vedremo. Il presidente dell’Associazione, il sig. Mario Salatino persona seria e precisa, prima di intraprendere questa iniziativa ha inviato formale comunicazione alla Soprintendenza della Regione Calabria (comunicazione del 22/09/2021 prot. n. 80/72 del 27/09/21). Questa non ha trasmesso alcuna comunicazione di diniego in quanto l’affresco si trova all’esterno di un’abitazione privata non vincolata (di fatti non compare nell’elenco della Soprintendenza dei beni e degli edifici sottoposti a vincolo).
Sta di fatto che, reperiti i primi fondi, si decide che è giunto il momento di intervenire ovvero di dare avvio al lavoro di restauro. Il sottoscritto su mandato del presidente dell’Associazione (della cui associazione è membro regolarmente iscritto), contatta il sig. Massimo Manfredi proprietario del muro dove è posto l’affresco, per illustrargli il progetto di restauro dell’affresco e come si intendeva procedere. Viene detto anche chi avrebbe eseguito il restauro il cui costo sarebbe stato a totale carico dell’Associazione. Il sig. Manfredi, non solo si complimenta per l’iniziativa, ma entusiasta ci autorizza a procedere. A questo incontro con il sig. Manfredi, sono presenti il sottoscritto per l’Associazione e il maestro Caravetta, l’artista incaricato di effettuare il restauro. Così in accordo con il presidente si concorda di fare montare l’impalcatura per effettuare il restauro.
Senonché, trascorsi solo pochi giorni, il presidente dell’Associazione mi informa che il sig. Carmine Cianci, che dice di non essere stato informato di quel restauro e che sua sorella aveva un alloggio in quello stabile, chiede che venisse immediatamente rimossa quella impalcatura e che ogni iniziativa di restauro venisse interrotta altrimenti lo avrebbe denunciato. L’indomani, esattamente in data 14 ottobre u.s. alle ore 17,32, allo scopo di tranquillizzare il sig. Cianci e di chiarire ulteriormente quanto già fatto dal presidente dell’Associazione, lo chiamo al telefono più volte. Finalmente mi risponde. Viene edotto del progetto. Lo informo che si sarebbe trattato di un restauro conservativo, che l’affresco non avrebbe subito nessuna manomissione o aggiunta, che il lavoro sarebbe stato fatto da mano esperte e che tutto sarebbe stato a carico dell’Associazione cioè senza alcun costo per i proprietari dell’immobile. Ma siamo liquidati con cose già dette: i “condomini non erano stati informati” e, quindi, che non potevamo effettuare quel restauro. Aggiunge in quella telefonata che il restauro non poteva essere affidato a quella persona perché non era un restauratore ufficiale della Soprintendenza (l’appellativo che, con poco rispetto, è da lui utilizzato per indicare questa persona è “pittore”, voce che a Corigliano è usata per indicare un imbianchino) che non aveva posto alcun veto. Gli spiego che il restauratore individuato dall’Associazione è il maestro Alfonso Caravetta che lui conosce, un professionista che ha studiato Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che è in possesso di diploma di laurea e di laurea specialistica in pittura, che vanta una lunga esperienza nel campo del restauro essendosi formato lavorando in Veneto come restauratore di affreschi e dipinti murali importanti. Niente, il rifiuto del Cianci è totale. Chiediamo allora, visto che c’è ancora l’impalcatura prima di rimuoverla, di poter almeno sistemare a nostre spese un vetro protettivo che potesse riparare l’affresco dalla pioggia. Anzi ci ricorda di provvedere a smontare l’impalcatura e che lo si doveva ringraziare se non ci aveva ancora denunciati. Non lo ringraziamo ovviamente, benché egli scriva il contrario, e salutandolo gli confermo che avremmo provveduto a fare rimuovere l’impalcatura. Per evitare discussioni, si concorda con il presidente dell’associazione, di soprassedere e di fare smontare l’impalcatura che verrà tolta sotto la pioggia battente sotto lo sguardo desolato della Vergine.
Ora questo affresco (e qui si pone una questione legale), si trova materialmente sul muro di una parete esterna dell’abitazione dei sigg. Manfredi (gli altri inquilini hanno mero diritto di passaggio e null’altro). L’edificio in oggetto non è esattamente un “condominio” come si vuole fare intendere, né formalmente costituito con un amministratore, ovvero non c’è un diritto di “cum domino” sulla parete affrescata essendo questo collocato su un muro di proprietà esclusiva dei sigg. Manfredi, gli altri proprietari hanno solo un diritto, quello di passo, di accesso ai loro alloggi. Ma il sig. Cianci invoca, a supporto del suo diniego, “regole non rispettate” (chissà quali) e che non erano stati informati i “condomini” tra i quali quelli di una sua sorella che qui ha un alloggio.
A questo punto le domande siamo noi a farcele: ma siamo certi che il sig. Carmine Cianci ha avuto titolo per fare quello che ha chiesto? A che titolo il sig. Carmine Cianci ha preteso che quel restauro venisse interrotto? A che titolo ha minacciato di denunciare onesti e meritevoli cittadini? Egli asserisce di essere un “privato che possiede un alloggio nell’immobile” e aggiunge (sono sue testuali parole), che “Per ulteriore chiarezza, premetto che una delle abitazioni nell’ex palazzo della Badia del Patire, è di proprietà di mia sorella, nonchè mia casa paterna, comprata dai miei genitori con moltissimi sacrifici e alla quale sono, ovviamente, legato affettivamente”. Ora vuole il caso che dalla visura catastale della particella 1212 dove si trova l’affresco non compare nessun proprietario di nome Carmine Cianci (né tanto meno a nome di una sua sorella). Per l’esattezza nel catasto fabbricati, sul foglio 110, particella 1212, compaiono cinque proprietari: gli eredi di Giuseppe Manfredi, gli eredi di Cervino Elmora, gli eredi di Giovanni Battista Elmo, le signore Sanseverino, e, per compravendita, il sottoscritto. E dunque, il sig. Cianci firma la risposta sul Blog “Carmine Cianci e i condomini” senza averne titolo? E poi con quali “condomini” egli ha parlato? Non ci risulta che abbia convocato una riunione degli eredi e dei proprietari degli alloggi sopracitati acquisendone il parere previa formale comunicazione, per iscritto con luogo e data. E’ evidente che il sig. Cianci ha agito senza averne diritto. Ma questo a noi importa poco perché il nostro unico interesse è che la Madonna sull’affresco venga salvata.
E dunque se come dice ha a cuore quest’opera d’arte siamo sicuri che ora sarà lui a farsene carico. Si perché non vuole che l’Associazione “Coriglianesi nel Mondo” se ne faccia carico ma riconosce che l’icona è meritevole e che vada restaurata. Bene ci pensi allora lui a farlo. Noi siamo certi che il sig. Carmine Cianci, quale degno e apprezzato artista della nostra Città, lo farà perché ha a cuore questo dipinto e perché vi è “legato affettivamente”. Lui di certo sa che è un dipinto importante e che come uomo d’arte sa pure necessita di un urgente restauro. (chissà quante volte lo avrà visto mentre andava a trovare sua sorella che abitava in quella casa comprata dai suoi genitori con moltissimi sacrifici). Se accadrà noi saremo i primi a ringraziarlo (e questa volta per davvero).
Se invece così non sarà, e questo restauro non verrà fatto, si sa chi lo aveva voluto e chi lo ha impedito.
Luigi Petrone