di Salvatore Campana
LA VICENDA BAKER HUGHES HA SVELATO, QUALORA CE NE FOSSE STATO BISOGNO, LA VERA IDENDITA’ DEL SINDACO STASI: UN GRANDE BLUFF.
Alla fine di questa paradossale, sconclusionata storia consumatasi con la Baker Hughes, il sindaco ha dimostrato, senza ombra di dubbio, di essere un grande bluff.
Promesse grandiose, parole rassicuranti e una visione apparentemente ambiziosa avevano illuso una parte dei cittadini di poter contare su una guida capace e determinata. Ma i fatti hanno rivelato una realtà completamente diversa: dietro il velo delle dichiarazioni altisonanti, si nasconde una gestione inconsistente, priva di qualsiasi spessore.
UN SINDACO SCARICABARILE
Nei giorni scorsi abbiamo assistito al suo irresponsabile gioco allo scaricabarile, con il quale ha messo in atto il tentativo di versare addosso ad altre Istituzioni il suo fallimento e le sue macroscopiche responsabilità nella gestione della triste vicenda BH, facendoci salire agli onori della cronaca locale e nazionale, mettendo in ridicolo la nostra città e l’intera Calabria, visti ora come ostili al progresso.
Tentativo, purtroppo per lui, non riuscito, in quanto puntualmente smontato in ogni suo punto all’Ammiraglio Agostinelli con un articolo di Luca Latella apparso su LA C NEWS 24 il 21 ottobre scorso: «Porto abbandonato da 50 anni ma a Stasi va bene così» (https://www.lacnews24.it/politica/baker-hughes-agostinelli-posa-la-pietra-tombale-a-corigliano-rossano-non-c-e-stata-la-volonta-politica_198462/) e dalla stessa Baker Hughes con una nota stampa apparsa sul quotidiano online Shippingitaly.
Probabilmente, il sindaco, intendeva rivolgersi esclusivamente ai suoi pellegrini devoti, tifoseria da stadio, non considerando che la metà degli elettori coriglianorossanesi aventi diritto al voto non soffre di rimbecillimento collettivo che stimola e fomenta la superficialità, l’ignoranza e l’ammasso dei cervelli nei magazzini dei suoi “social”.
IL SINDACO PRETENDE DI INDICARE AL COLOSSO AMERICANO IL SITO SU CUI DEVE SORGERE L’IMPIANTO PRODUTTIVO, FORCINITI CONOSCE LE QUALIFICHE DEGLI OPERAI CHE UTILIZZA BAKER HUGHES, ABATE FA L’AVVOCATO DEL POPOLO
Sul proscenio della colorita ed allo stesso tempo triste commedia politica sono poi saliti anche due ormai scoloriti soggetti politici, i grillini Forciniti ex deputato, il quale non li sopporta proprio questi “colonizzatori americani” e Abate ex senatrice, secondo la quale il porto di Corigliano è ad esclusivo appannaggio del Comitato “Giù le mani dal Porto”. Per recitare la loro parte, sono andati in “onda” con due allucinanti comunicati stampa apparsi su testate online locali, comprensibili soltanto ai soli autori, al massimo ai soli saggi ed ai sapienti.
IL SAZIO NON CREDE AL DIGIUNO
No, non mi riferisco al pittoresco antico saggio, ma a Stasi quando dice che “non siamo una città di morti di fame”, lui, che ha un rispettabilissimo stipendio da sindaco.
Giornalmente incontro un numero considerevole di disperati ed anche se alcuni di questi hanno un tozzo di pane da mettere sotto i denti, molti hanno una gran “fame di lavoro”. Mentre, secondo a quanto mi è stato possibile capire dai loro comunicati, con enorme fatica e con l’aiuto di un dotto, per Forciniti e Abbate, con la perdita dell’investimento milionario di BH la città non ha perso niente, perché con estrema leggerezza ed incuranza dicono che “il territorio pretende altro”. Però mai da loro indicato, non dico ora, ma almeno nei quattro anni in cui hanno ricoperto la carica di parlamentari della Repubblica, percependo anch’essi stipendi invidiabili.
Ai tre deve sicuramente essergli sfuggita la realtà dalla vista.
IL FUTURO E’ MORTO. A CORIGLIANO-ROSSANO MANCA UNA VERA LEADERSHIP.
La gestione di un comune come il nostro richiede competenze amministrative solide, capacità di pianificazione e visione strategica.
Un sindaco che non è in grado di prendere decisioni coraggiose dimostra tutti i sintomi di un leadership che non funziona.
Sotto l’attuale guida politico-amministrativa il futuro della città sembra irrimediabilmente compromesso.
Quello che avrebbe potuto essere un periodo di crescita e rinascita è stato trasformato in un capitolo di occasioni perdute, incertezze e immobilismo.
Con decisioni opache e un’allergia cronica al dialogo istituzionale, il sindaco sta consegnando il territorio a un inesorabile declino.
Ogni speranza di progresso appare soffocata da una politica miope e autoreferenziale, che, invece di gettare basi solide per il futuro, sta scavando la fossa al territorio.
Le giovani generazioni, che dovrebbero poter sognare un futuro qui, sono costrette a guardare altrove per realizzare le loro ambizioni, abbandonando un territorio che, sotto questa amministrazione, non offre loro futuro.
Salvatore Campana