Si apra una discussione nazionale sul collegamento della Calabria.
CORIGLIANO-ROSSANO, 24 settembre 2024 – Alcuni mesi fa ho denunciato come rinunciare al nodo di Tarsia per l’Alta Velocità avrebbe automaticamente escluso l’intera Calabria da quello che è il più importante investimento infrastrutturale di questa fase storica, con tutto il rispetto per l’avveniristico (e costosissimo) ponte sullo stretto.
Non si trattava di una considerazione pessimistica, ma pratica. Sotto il profilo progettuale gli standard dell’alta velocità prevedono caratteristiche precise, incompatibili con una rabberciata alla nostra attuale linea tirrenica che – lo ribadisco – resta un intervento utile. Sotto il profilo della sostenibilità, il nodo di Tarsia costituirebbe il punto di accesso fruibile per circa 600 mila persone, un terzo della popolazione calabrese, che oggi preferiscono (giustamente) la gomma. Si tratta di 600 mila potenziali utenti in meno che rendono l’investimento insostenibile.
A distanza di qualche mese ciò che sta accadendo è proprio questo. Nessuno dice che la Calabria è fuori dall’alta velocità ma nel frattempo non la finanziano, dopo averla resa insostenibile con la cancellazione “tecnica” del nodo di tarsia. È evidente che nel 2024, mentre si propagandano le mirabolanti fattibilità del “Ponte”, dire che non si può fare una linea ferroviaria centrale è tecnicamente una megafandonia.
Ma ciò che davvero è ingiustificabile è il silenzio assordante dell’intera rappresentanza istituzionale di maggioranza, a livello nazionale e regionale, la quale in maniera piuttosto ridicola si copre dietro le considerazioni improvvisamente profetiche di RFI. Una scelta di questo tipo, che determina il mantenimento dell’isolamento di un’intera area del Paese, è una scelta di carattere politico, non tecnico.
Questa dell’alta velocità non è e non può essere una battaglia di schieramento: è evidente come tutti i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero attivarsi sinergicamente per riaprire la partita del finanziamento dell’infrastruttura e del nodo di Tarsia, che non serve a Corigliano-Rossano, non è “la stazione dietro casa”, ma è baricentrico rispetto un’intera fetta di popolazione e di tessuto produttivo, un bacino di utenza ma anche un potenziale vettore di crescita.
Si apra una discussione tra istituzioni locali, regionali e nazionali sul tema dell’Alta Velocità in Calabria affrontando tanto la questione del finanziamento dell’opera quanto quella degli indirizzi e delle scelte progettuali che devono prevedere il nodo di Tarsia.
Questa dell’Alta Velocità è una vicenda storica che richiede da parte della politica regionale protagonismo e capacità di badare agli obiettivi dei calabresi prima che ai propri obiettivi politici. In caso contrario anche questa volta la Calabria sarà sacrificata sull’altare del carrierismo e degli equilibrismi politici.
IL SINDACO
FLAVIO STASI