La relazione della dott.ssa Bernardi dell’11 Luglio, con oggetto il trasferimento U.O. di Nefrologia, è il documento che attesta la volontà, scongiurata, di convertire il reparto di nefrologia in 4 posti dedicati nella medicina generale.
Non sono pettegolezzi, non sono dicerie e né tanto meno slogan da campagna elettorale.
Cari concittadini aldilà di tutto qui si parla di DIRITTI, il diritto alla sanità. L’art.32 della Costituzione, recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti..”.
La sanità è un NOSTRO DIRITTO e noi dobbiamo lottare affinchè questo diritto come tanti altri non venga calpestato e prevaricato. Il sistema dirigenziale sanitario negli ultimi anni ha privilegiato la sanità privata a discapito della pubblica, non valorizzando e potenziando quello che già avevamo, parlo di reparti che sono stati il fiore all’occhiello della sanità ionica, come appunto la Nefrologia.
Negli anni stiamo assistendo ad un declino delle nostre strutture sanitarie, se manca il personale medico, se ci sono carenze di qualsiasi tipo, un motivo ci sarà. Invito i nostri dirigenti sanitari a fare delle riflessioni, magari coinvolgendo e confrontandosi anche con la popolazione, soprattutto ascoltando chi nella sofferenza e nella malattia spesso è invisibile al mondo.
Mi sono confrontato con tanti pazienti che ogni giorno vivono silenziosamente e con dignità le loro sfide per la vita, persone che nella sofferenza non vogliono nient’altro che vivere serenamente la loro quotidianità. I reparti funzionali e funzionanti, una tac, una radiografia e tutti i vari servizi sanitari, non sono una promessa o un piacere, ma sono un DIRITTO.
E’ da qualche mese che sto seguendo il caso della nefrologia e spesso il mio pensiero va al futuro di determinate categorie, penso agli anziani che spesso rimangano nell’abbandono, penso ai diversamente abili, a chi non ha la possibilità di sostenere determinate cure e non ha neanche la possibilità di effettuare frequenti spostamenti necessari, penso agli ultimi, ai dimenticati, a chi spesso si trova a vivere nei margini della società non per scelta.
Si parla di grandi progetti, si fanno grandi promesse, ma il problema sta nelle piccole azioni quotidiane, la gente ha semplicemente bisogno di vivere serenamente nella quotidianità con servizi e strutture funzionali e accessibili a tutti.
Arch. Raffaele Rubinetti
Attivista e libero cittadino.