di Rosella Librandi Tavernise
Leggendo l’articolo di Fabio Pistoia “Corigliano e la devozione per San Francesco: la generosità degli emigrati e il dono del vitello benedetto”, mi sono ricordata che nel 2006, ricorrendo il V centenario della morte di San Francesco a Tours, in Francia, il 2 Aprile 1507, il Santuario di Paola ha indetto un concorso;
la scuola media “A. Toscano”, dove insegnavo, vi ha partecipato con un lavoro dei miei alunni, da me coordinato, per cui ci siamo impegnati in ricerche e interviste. Intervistato, il sacerdote don Pasquale Rugna, appartenente a una famiglia di benestanti massari, ci ha raccontato come si svolgeva, nei tempi passati, la particolarissima forma di devozione dell’offerta di un animale, al Santo.
Ci raccontò che nella processione sfilavano anche vaccarelle, pecore e agnelli. Questi animali seguivano la statua del Santo compostamente, essendo stati ammaestrati per tempo.
I “massari” di Corigliano sceglievano, nel gregge e nella mandria, alcuni degli animali più belli molti mesi prima della festa del 25 Aprile (i ri vinticinchi); quindi, li addestravano ad inginocchiarsi con un particolare stratagemma: legavano a una zampa anteriore dell’animale una cordicella tirando la quale
l’animale imparava a piegarsi; il giorno della festa, ben lavati e infiocchettati, venivano portati
in Chiesa e offerti al Santo: le bestie riuscivano persino a sopportare il chiasso della folla e i
forti suoni della banda musicale, senza imbizzarrirsi.
Per ottenere questi comportamenti si lavorava per parecchi mesi ma, alla fine, i risultati erano sorprendenti: nella processione gli animali sembravano anch’essi dei devoti di San Francesco.
Conclusa la processione, sul sagrato, i suddetti animali venivano messi all’incanto e ceduti al miglior offerente che, di solito, era lo stesso massaro proprietario il quale ci teneva a riavere nella sua masseria la mucca o il vitello o l’agnello “di San Francesco” perché ritenuto una benedizione per la
mandria o il gregge d’origine. L’offerta in denaro, invece, veniva devoluta al convento.
NOTA: estrapolato dal libretto inedito “Ebbiva ru viecchj!”
Corigliano, 19 Aprile2024