Aprile: mese dedicato per antonomasia, a Corigliano, alla figura e all’opera di San Francesco di Paola, il nostro Patrono. Mese di festeggiamenti religiosi e civili, nel quale e grazie al quale si rinnova la fede e si rinsalda l’unità della comunità.
La mia mente va, pertanto, ad un uomo buono e gentile con tutti i cittadini, una persona perbene e disponibile soprattutto con i meno abbienti: Giorgio Scorzafave. Con me, studente del Liceo Classico, è sempre stato affettuoso e generoso; sempre con me, poi, frattanto cresciuto, ha intessuto un cordiale rapporto, durante il quale non ha mai mancato di evidenziare problematiche e prospettive della sua amata città.
L’amore per il Centro Storico di Corigliano per Giorgio Scorzafave era tutto. La sua famiglia, stimata per dedizione e operosità, è indissolubilmente legata al mitico “Bar Ariella”, attualmente “Bar Gerardo”, sorto alla fine degli anni Sessanta, in quella che è oggi Via Aldo Moro. Proprietario, a suo tempo, era Gerardo Scorzafave, che lo gestiva insieme alla moglie Demetrina e al figlio Giorgio. Successivamente, dopo la morte di Gerardo, prendeva in possesso l’attività il figlio Giorgio, dapprima con la mamma e successivamente con la moglie Claudia.
Giorgio Scorzafave era profondamente legato a San Francesco di Paola. In onore del Patrono, infatti, prestava tutti gli strumenti necessari a coloro che arrivavano nel borgo antico con le rispettive bancarelle, offrendo loro servizi e, non di rado, anche un piatto caldo. Attendeva con ansia l’arrivo dei festeggiamenti, per testimoniare la profonda devozione e portare in spalla la statua del Patrono. Il 23 aprile, poi, giorno del suo onomastico, offriva con generosità alle persone più bisognose: un atto ereditato dal suo amato papà.
Persona limpida e semplice, Giorgio Scorzafave ha fatto della sua vita una lezione di dignità. Ogni volta, in quel dell’Ariella, la mente e il cuore mi conducono a lui e al comune desiderio di veder crescere e progredire la terra dei nostri padri.
FABIO PISTOIA