di Benni j. Apicella
Si avvicina la campagna elettorale e come al solito, noi comuni cittadini siamo costretti ad assistere al circus degli artisti del politichese marcio, retaggio di una prima repubblica ormai morta e sepolta.
In questi giorni di mangiate grasse (ed a quanto vedo anche di parole). Leggo un articolo di un uomo che dell’arte ne ha fatto una questione di vita, talmente bravo nel miscelare i colori che è riuscito, a far innamorare di sé, qualsiasi fazione politica, destra, sinistra e pure centro.
Ora però c’è un però, un mio vecchio mentore mi aveva insegnato che se fai il macellaio non puoi fare il chirurgo, come un elettricista non può fare il muratore e così via.
Ma hei! chi sono io per dare dei consigli, ad uno che è stato così artista da passare a miscelare due colori a fare l’autista e poi di nuovo a fare il contabile?
La sua ecletticita è a dir poco stupefacente, peccato però ma non per noi cittadini, per lei, e sa perché? Qualcuno a Corigliano ha ancora memoria politica e storica.
Francamente mi stava più simpatico quando cercava, in qualche modo, di dimostrare il suo valore artistico, attraverso una tela. Lasci fare i conti a ragionieri e contabili. Se vuole fare politica, ben venga ma una volta per tutte, ci faccia sapere su quale sponda vuole pescare, altrimenti le sue idee e le sue parole valgono come il 2 di coppe, quando la briscola è a denari.
Le rinnovo la mia stima artistica.
Benni j. Apicella