“I costumi e le mode degli uomini cambiano come le foglie sul ramo, alcune delle quali vanno ed altre vengono”. A ricordarcelo è il sempre attuale Dante Alighieri, che mai rinunciò al valore supremo della propria libertà. Non solo: il sommo poeta fu anche indiscusso maestro d’umanità.
E quella di oggi è storia fondata su questo mai sopito sentimento. Una vicenda esemplare che proviene dall’Ospedale “Guido Compagna” di Corigliano. Donne e uomini professionisti della sanità che, nell’adempimento del rispettivo dovere, non hanno lesinato gesti e parole di profonda umanità, discreta vicinanza, preziosa sensibilità nell’affrontare una delicata situazione, stringendosi attorno ai protagonisti della stessa.
Un cittadino residente a Corigliano, poco più che ottantenne, il signor Antonio Montillo, persona unanimemente conosciuta come affettuosa e premurosa, è arrivato nei giorni scorsi al pronto soccorso del nosocomio ausonico a bordo di una ambulanza del servizio di emergenza del 118, con al seguito i suoi familiari. La sua condizione di malato terminale non gli ha tuttavia impedito di ricevere attenzione e presenza fisica e morale da parte dell’equipe medica che, nonostante altre contemporanee situazioni di emergenza, si è prodigata con zelo.
Accompagnare il paziente e i suoi congiunti nell’affrontare il passo conclusivo del cammino della vita. Un arduo compito, una missione civile che va oltre il proprio dovere. E, difatti, la gratitudine dei familiari non si è fatta attendere.
“Vogliamo ringraziare sia la dottoressa Valente, medico di turno al mattino, che il dottor Montalto, che ha preso il suo posto nel turno pomeridiano, per l’assistenza che hanno saputo dare in un momento per noi delicato e in un contesto non facile come quello di un pronto soccorso”. Per altro, si era anche trovato un posto per il ricovero dell’anziano, che però una volta stabilizzato ha voluto tornare a casa, dove serenamente si è spento.
Professionalità ed umanità, quindi, possono e devono convivere. In un’epoca dove tutto facilmente scorre, si registra una lieta pagina dall’ospedale di Corigliano che induce, invece, alla riflessione. Avere una buona sanità pubblica è un sacrosanto diritto, ma non c’è cura e assistenza di valore se non adeguatamente supportata dal linguaggio del cuore.
Ai medici in questione, dunque, il sincero plauso. Ai familiari del signor Antonio, invece, il più sentito abbraccio.
FABIO PISTOIA