I giorni delle festività che viviamo, com’è noto e giusto che sia, rappresentano liete occasioni di convivialità, momenti di socialità, frequentazioni di bar, ristoranti e pizzerie. Scampoli di vita che accompagnano il volo pindarico dello spirito.
E la mia mente, anche questa volta quindi va, in tali giorni di preludio all’anno che verrà e a quello, a dir poco difficile, che ci lascia, ad un uomo che fu pioniere del mondo del commercio e delle attività produttive in terra ausonica e che proprio in questo periodo del 2018 cessava prematuramente la sua esistenza terrena: Salvatore Avella.
Il suo fu un impegno professionale e una vita caratterizzata dal rapporto con i clienti, profuso in decenni d’ininterrotta attività. Non stupisce affatto, pertanto, che ancora oggi numerosi concittadini rivolgano un affettuoso pensiero alla memoria di Salvatore. Era il 17 dicembre del 2018, difatti, alla vigilia del compimento dei 63 anni, che un destino crudele lo strappò alla vita terrena nel momento più bello, quello dedicato al godimento appieno della splendida famiglia che lo circondava e dell’attività commerciale di successo che era stato capace di creare, lo “Chalet delle Rose”, uno dei più prestigiosi punti d’incontro del territorio, attualmente portato avanti con professionalità dalla gentile consorte Rosellina e dal talentuoso Giorgio (uno dei tre figli di Salvatore, oltre ad Anna e Francesca).
Oggi, a quattro anni dalla sua scomparsa, non si possono che ricordare le virtù umane e professionali di quest’uomo, instancabile lavoratore che ha contribuito, con la sua presenza discreta e il suo proverbiale sorriso, a dispensare tutti i giorni e per un trentennio non solo squisite colazioni, ma momenti di conforto e simpatia all’intera comunità.
Cosa lascia, dunque, chi trascorre un’intera vita dietro il bancone di un bar, tra l’affabile servizio reso e il dialogo concesso, sul più e sul meno, con gli avventori del proprio locale? Sicuramente ciò che ha materialmente fondato, come nel caso di Salvatore Avella, fautore di un pilastro della caffetteria, ma soprattutto il lieto ricordo di chi è stato capace d’essere uomo d’ascolto e confronto con la comunità. Quella stessa comunità che oggi continua a volergli bene attraverso l’incontro quotidiano con gli occhi dei suoi cari.
FABIO PISTOIA