12 figli di Schiavonea inghiottiti dalle onde del mare, con 22 bambini nonché compagne e altri familiari rimasti a casa ad aspettarli, ed un solo superstite.
Ogni anno, con l’avvento delle festività natalizie da preludio per l’anno nuovo che verrà, l’intera comunità locale, e in particolare quella residente nel borgo marinaro di Schiavonea, ritorna, con la mente e col cuore, più d’ogni altro istante, a tale tragico avvenimento, che funestò per sempre la città.
Il Santo Natale, difatti, porta con sé, oltre alla letizia da condividere generalmente con i rispettivi affetti, il tratto d’amarezza dettato da una sensazione di “sospensione”, ossia dal vuoto causato dall’assenza dei cari che ci hanno, nel tempo, lasciato. Come non pensare, dunque, soprattutto a quanti, nei giorni di festa di tanti anni addietro e in tragiche circostanze, sono andati fisicamente via, ma giammai dai comuni sentimenti? Coloro i quali partirono e mai più fecero ritorno.
Era il 31 dicembre del 1974. In una notte terribile, buia, fredda e piovosa, 12 marinai salparono per non far rientro dalle loro adorate famiglie. Appartenevano alle famiglie Celi e Curatolo. I due pescherecci “Nuova Sant’Angelo” e “Madonna Santissima” s’inabissarono, a pochi metri dalla battigia, a causa delle avverse condizioni meteorologiche di quella notte.
Mai come in questo periodo dell’anno i coriglianesi, e in primis la popolosa comunità del borgo marinaro di Schiavonea, portano in alto i nomi di Francesco, Rocco, Nicola, Carlo, Angelo e Cosimo Celi (gli ultimi due rispettivamente di 17 e 15 anni), e Stefano, Luciano, Salvatore, Antonio, Marino e Giuseppe Curatolo (gli ultimi due rispettivamente di 20 e 17 anni).
Non è un caso che, per imprimere nella memoria il ricordo dell’evento luttuoso, nel 2014, nella ricorrenza del quarantesimo anniversario dell’avvenimento, è stata consegnata alla comunità parrocchiale di Santa Maria ad Nives la medaglia che l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito quale premio di rappresentanza all’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale del tempo con l’intitolazione della Piazza Celi-Curatolo, Caduti in Mare (già Piazza Fiume).
È una storia che la popolazione non potrà e non vorrà mai dimenticare e il forte legame con questi concittadini periti in mare e le loro famiglie testimonia l’orgoglio della comunità di Schiavonea per le tradizioni, il patrimonio ittico, il senso d’appartenenza che tale splendido luogo può, a giusta ragione, vantare. Sono trascorsi 48 anni, ma la fugacità del tempo non cancellerà né scalfirà mai l’indelebile ricordo di tale triste pagina di storia cittadina.
FABIO PISTOIA