Questa è una di quelle storie che vale la pena raccontare. Non si tratta solo di cattiva amministrazione o, una volta tanto, di buona giustizia. Siamo di fronte al paradosso per il quale fare qualcosa di buono per il proprio paese non è concesso, nonostante si presenti uno stato di urgenza e di sicurezza pubblica.
La recente sentenza al riguardo del fatto, con relativo decreto di archiviazione, di cui solo qualche giorno fa se n’è avuta contezza, chiarisce che le attività promosse per salvaguardare l’incolumità pubblica e nel caso di specie, considerata la negligenza amministrativa, sono da considerarsi lecite, legittime e non possono essere considerate attività abusive.
Questi i fatti!
Circa tre anni fa un’attivista che operava nel centro storico di Rossano si fece promotrice di un’iniziativa per mettere in sicurezza un piccolo spazio urbano e restituire con piccoli interventi un po’ di decoro urbano al rione Ciglio della Torre.
Donatella Visciglia, questo il nome dell’attivista, prima di muovere tale iniziativa Civica, insieme alle famiglie di quel quartiere, si era adoperata per mettersi a posto con il Comune, richiedendo a chi di competenza di porre rimedio a tale degrado e pericolo considerato che un muretto di cinta preesistente non garantiva più quella sicurezza ai tanti ragazzi che abitavano in quell’area e che necessitava certamente di un ripristino.
Dopo tempo e senza ricevere alcuna risposta in merito da parte degli organi preposti, i residenti e la stessa Donatella si organizzarono per porvi rimedio. A quel punto l’Amministrazione Stasi si svegliò e l’assessore al ramo, l’avv. ssa Turano con delega ai centri storici, forte di un’immagine patinata fece porre il cantiere sotto sequestro dandone personalmente notizia sui social. L’accadimento, personalmente, mi turbò non poco. Strideva non poco la notizia con il sorriso e la permanente appena sfornata dall’allora assessora. Mi dicevo: con tutta la costa insediata, da ville, villette, villaggi, palazzi, per lo più abusivi, senza alcuno scarico allacciato e fogne a mare, il problema, ora per Flavio Stavi, era niente popò di meno il ripristino di un muretto? Per fermare Donatella, neanche fosse una terrorista, ed il suo tentativo di buona azione, l’Amministrazione Stasi non lesinò risorse umane e dispiegò le forze di Polizia municipale che circondarono il quartiere e lo delimitarono come si vede nei films di CSI. Donatella fu, quindi, iscritta nel registro degli indagati e poi rinviata a giudizio.
Ma il buon Dio non manda le disgrazie ai “giusti” senza un buon Angelo custode.
L’avvocato che la d. ssa Donatella Visciglia nominò quale suo difensore è uno stimato ed illustre professionista di Corigliano Rossano, Marco Graziano, al quale non mancano certo gli strumenti culturali, politici e di diritto per decifrare un caso paradossale come quello di Donatella.
La Giustizia fece così il suo corso e il giorno 23 marzo 2021 la Procura della Repubblica del tribunale di Castrovillari ne richiede l’archiviazione ritenendo che la d. ssa Visciglia non si è macchiata di alcuna colpa e non ha commesso alcun reato poiché il fatto non sussiste. Il decreto di archiviazione non essendo stato opposto nei termini dall’Amministrazione comunale è, quindi, divenuto irrevocabile.
Al nostro Marco Graziano, a cui vanno i più sinceri complimenti, dobbiamo riconoscergli che la sua difesa restituisce la verità ai fatti.
Da parte mia non posso, quindi, sottrarmi ad una semplice considerazione, una verità ora acclarata: Flavio Stasi, il sindaco, lascia ad associazioni amiche ampio spazio per interventi sul patrimonio pubblico, offrendo agli amici e viciniori il patrocinio comunale e riconoscendo cospicui contributi e vana gloria, mentre a gente scomoda come lo puó essere Donatella Visciglia gli riserva il penale, la diffamazione. Gli scatena la magistratura. Stasi non ha cercato alcuna mediazione, voleva dare l’esempio: colpirne uno per educarne cento.
Ho già pubblicato la lunga lista di contributi pubblici che Stasi ha riconosciuto agli amici ed alle associazioni più vicine. Oggi permettetemi di pubblicare la “Sentenza” che per una volta tanto pone argine a tanta cattiveria.