Non ho avuto piacere di conoscere personalmente il maestro Franco Gallina; in realtà, tuttavia, ciò è accaduto, attraverso la visione, ammirata, delle opere prodotte dal suo ingegno. Opere numerose, senz’altro, ma soprattutto eccellenti: vere e proprie vestigia di tradizioni, pietà popolare, fervore religioso che ne fanno un unicum.
Queste poche righe, certamente, non rendono onore alla figura e alla creatività di un uomo che, per tutta la vita, si è prodigato per la tutela del patrimonio artistico, arricchendolo non poco con il suo estro creativo, il suo talento, il suo pathos. Un ricordo sincero e doveroso, tuttavia, alla vigilia del primo mese dalla prematura scomparsa di un concittadino che si è distinto per l’Amore profuso: per la famiglia, per la professione, per la città natia, per l’Arte.
Impossibile menzionare i riconoscimenti ricevuti un po’ ovunque e gli attestati di stima e apprezzamento per le sue opere; tra gli ultimi, e maggiormente prestigiosi, il primo Premio “Città di Berlino”. Giudizi lusinghieri, quindi, ben oltre i confini del Paese, che ne hanno sancito la passione artistica , svolta con dedizione e discrezione.
Ma qual è stata, a parer dello scrivente, la peculiarità di Franco Gallina? Oltre al suo essere persona generosa e sensibile, ha manifestato nell’ingente produzione culturale la sua grande fede e, in particolar modo, la profonda devozione per San Francesco di Paola, Patrono dei Coriglianesi. La costante vicinanza ai Padri Minimi del Santuario, la presenza tangibile agli eventi liturgici, la frequente donazione di suoi quadri e non solo: null’altro da aggiungere.
Franco Gallina ha intepretato al meglio, nel corso della sua esistenza, la sublime missione dell’essere “strumento di Dio”, anello di congiunzione tra l’Arte e la Fede. È stato, difatti, nel vissuto quotidiano, un “mezzo” mediante il quale l’Arte ha dato voce all’esperienza della Bellezza come forma originaria dell’animo umano.
Il maestro Gallina, pertanto, ha percorso la cosiddetta “via pulchritudinis”: la strada della Bellezza necessaria da percorrere per restituire condivisa speranza. Un insegnamento importante, quello che lascia soprattutto alle nuove generazioni, e ne fa un prezioso esempio di responsabililità sociale e civile.
FABIO PISTOIA