Ecco le accuse che l’Antimafia di Milano muove ai tre coriglianesi in carcere da lunedì mattina. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali.
A Corigliano non era riuscito neanche a diplomarsi in ragioneria. Poco più che ventenne s’era trasferito al Nord Italia, nella ricca Lombardia. In quel di Saronno, nel Varesotto, viveva già da anni suo “suocero”, il padre della sua allora fidanzata. L’uomo, a suo dire, era un impresario edile che lì s’era fatto da solo ed era titolare d’una ditta attiva nel settore del trasporto e posa del calcestruzzo. Nell’inverno del 2015, però, il dinamico impresario era finito sotto i riflettori della Prefettura di Varese. LEGGI ARTICOLO COMPLETO