Dai coraggiosi imprenditori, titolari di agriturismi e strutture ristorative, a laboriose famiglie tuttora dedite alla preparazione delle squisite pizze. Esistono e resistono gli “eroi” della Montagna di Corigliano,
donne e uomini che hanno investito tempo e denaro in questa straordinaria area del territorio, al contrario del colpevole silenzio delle competenti istituzioni. Se oggi giovani e non “salgono” ancora lì, tra le fresche alture di quei luoghi, lo si deve esclusivamente a loro, e non certamente agli amministratori comunali, che di quei medesimi luoghi, invece, sono solo responsabili d’incuria e d’abbandono.
Il tempo, dunque, trascorre in fretta e consegna alla memoria, individuale e collettiva, ricordi belli e brutti. Chi scrive, certamente, seppur con modestia, li ricorda bene, poiché della Montagna coriglianese ne è da sempre particolarmente affascinato. Tra i primi, significativi eventi, certamente, v’è un avvenimento che porta la data del 16 luglio di circa una decina d’anni addietro. Si tratta della nascita, nell’area montana di Corigliano, di un luogo dedicato alla ristorazione in nome della socializzazione e, fattore per nulla secondario, della mirabile visione paesaggistica di tutta la città e dell’intero comprensorio.
Il suo nome è “A Loggia” e rispecchia, in toto, l’aspetto di costruzione “aperta”, in senso fisico e non solo; l’idea e la concezione stessa di una “finestra” costantemente in simbiosi con le istanze provenienti dal territorio. Un luogo dell’anima, ove è possibile ritemprare lo spirito e non meramente il palato. Trattoria? Definizione probabilmente molto riduttiva di quello che si configura, piuttosto, come un tempio di sapori che assurge ad esperimento ben riuscito di puntare su una delle più suggestive aree geografiche della Calabria.
Il merito di tale iniziativa va ascritto a Pasquale ed Emma, affiatata coppia nella vita come sul lavoro. Due giovani competenti e cortesi, diligenti e perbene, autori di una scommessa vincente, una formula che coniuga qualità con quantità, nel solco della tutela e della valorizzazione della località montana cittadina. Due persone che non abbisognano di presentazione alcuna poiché già distintisi, nel passato, per analoghe formule imprenditoriali/commerciali risultate assai gradite dalla comunità.
Negli anni, il luogo scelto per l’edificazione di tale realtà è stato modificato e migliorato, abbellito e reso confortevole, senza mai trasformare, o peggio ancora deturpare, le bellezze incontaminate regalate da Madre Natura; quel è avvenuto corrisponde esattamente all’opposto, ossia un processo di contaminazione che “A Loggia” ha favorito, e anzi supportato, tra cittadini, siano essi giovani o interi nuclei familiari, nonché turisti e villeggianti, e la zona montana coriglianese, rigoglio dei sensi e per tanti meta prescelta per riappacificarsi con i doni del Creato.
Poco importa, in questa sede, disquisire circa le specialità eno-gastronomiche che il luogo offre, poiché dai più sono già ampiamente conosciute e apprezzate. Quel che preme evidenziare quest’oggi, alla vigilia di un significativo genetliaco, è che la storia di Pasquale ed Emma è lieta da raccontare, senza fronzoli e orpelli di sorta. Una storia in comune ad altri validi imprenditori che hanno scelto, con coraggio e determinazione, di vivere e “sopravvivere” in questa località. Una narrazione che parla la lingua dell’umanità, è scritta con il cuore e costituisce fonte di riscatto morale e materiale per la nostra Montagna, fonte d’inesauribile amore per i Coriglianesi.
FABIO PISTOIA