L’occasione del pensionamento è, in ogni circostanza, un momento importante e significativo nella vita di tutti in quanto coronamento di una esperienza lavorativa e spartiacque tra un “modus vivendi” ed un approccio nuovo ad una diversa organizzazione del quotidiano.
Una strana sensazione di tristezza e una rarefatta atmosfera di malinconia mista a commozione sembrano aleggiare da qualche tempo a questa parte, talvolta in modo impercettibile, talvolta con irruenza palpabile tra le mura del “Don Bosco” e sembrano coinvolgere intimamente tutti gli addetti ai lavori del nostro Istituto Comprensivo. E si tratta, nello specifico, di sensazioni e sentimenti sinceri nel momento in cui il nostro Dirigente scolastico, Dott. Agostino Guzzo, per tanti anni guida del “Don Bosco” e punto di riferimento di tutti noi insegnanti si appresta, con il suo pensionamento, a lasciare le redini e le responsabilità della nostra Scuola.
Dopo tanto tempo trascorso nella Scuola con dedizione, impegno, competenza ed altruismo è giunto anche per lei, Dirigente, il momento di lasciare il lavoro in cui ha profuso tanta umanità e disponibilità per dare spazio ai propri interessi e tempo alla propria famiglia ed a se stesso. Ma sono convinta che una persona dalla indole “vulcanica” e con una visione propositiva del quotidiano come lei non possa smettere di lavorare ad idee, progetti, iniziative che sicuramente avrà, temporaneamente, riposti in qualche cassetto in attesa di conferire loro piena attuabilità nei prossimi anni. Fatta questa premessa, ritengo assolutamente doveroso un ringraziamento, a nome di tutta la comunità scolastica del “ Don Bosco”, a Chi ha saputo condividere con tutti noi una esperienza professionale gratificante sul piano della propositività didattica e della sperimentazione pedagogica. Il Dottor Guzzo esprime compiutamente la “ figura” dell’Educatore: cioè di chi opta, con una scelta personale responsabile, per un mestiere complesso, impegnativo e difficile come il nostro e sa di dover operare, con la massima cautela e senza rinunciare mai alla propria umanità, in modo tale che la “ vita in embrione” che alberga in tutti i ragazzi, possa essere condotta, nel difficile viaggio alla ricerca della propria identità, evitando le sperequazioni, le meschinità della vita attuale. Nel ruolo di Referente per la Comunicazione del “Don Bosco”, affidatomi dal Dott. Guzzo, ho potuto riscontrare molteplici circostanze in cui mi è possibile testimoniare direttamente della “verve” vulcanica, della tenacia organizzativa, delle capacità gestionali nel caldeggiare, proporre, incentivare, predisporre molteplici iniziative e circostanze sempre nel solco di una concreta crescita individuale e di una corretta maturazione culturale dei nostri giovani studenti. Sarebbe, d’altronde, oltremodo prolisso, in tale sede, soffermarsi a ricordare le innumerevoli iniziative degne di nota e citazione e, quindi, anche per non annoiare , mi pare opportuno limitarsi a brevi ed interessanti esempi, comunque esplicativi di una gestione coraggiosa, innovativa e coerente rispetto ad una precisa impostazione didattico-pedagogica. Quindi, in ordine sparso, come non ricordare il Convegno realizzato nel 2009 su “ Scuola , famiglia e territorio per il successo formativo”, presso il quartiere fieristico della zona industriale di Corigliano. In tale occasione l’intervento introduttivo del Dott. Guzzo, coinvolgente ed intenso sul piano emotivo, encomiabile su quello culturale, ha delineato con sensibilità uno spaccato lucido sulle problematiche e sulle questioni in discussione con particolare riferimento all’innegabile connubio tra scuola, famiglia e territorio per una corretta e ragionevole realizzazione del successo formativo. Altro momento importante, sul piano dello spessore culturale e delle prospettive del progetto didattico, il viaggio-studio di due settimane a Malta, realizzato sempre nel 2009. Altre occasioni assolutamente interessanti per il carattere innovativo e la particolarità ed unicità della proposta didattica sono state: il TG dei ragazzi trasmesso in diretta settimanale su Tele A 1 Corigliano ed il Convegno su “ Scuola e minoranze linguistiche”, durante il quale è stato possibile sottolineare l’importanza e l’arricchimento sul piano culturale dato dalle minoranze linguistiche, come appunto avviene con gli Arbreshe presenti sul nostro territorio. Degno, senza alcun dubbio, di citazione l’incontro con l’Associazione “ Calabria for Africa”, che attraverso i propri volontari-missionari svolge un ruolo importante sul piano della solidarietà, della beneficenza, dell’emergenza umanitaria, tale incontro ha rappresentato un messaggio importante sul piano pedagogico ed un imput straordinario di crescita umana per gli allievi del “ Don Bosco”. E’ opportuno, in questa sede, ricordare alcune importanti iniziative sollecitate con fermezza dal Dirigente Guzzo: Il convegno “Violenza di genere”, che ha registrato la presenza di una personalità di spicco, il generale Luciano Garofano ed in cui si è discusso di violenza sulle donne, problematica di estrema, spiacevole attualità, visto il continuo succedersi di sopraffazioni, violenza gratuita, prevaricazioni sessiste fino all’atto estremo del femminicidio perpetrati, quotidianamente e sistematicamente, nel nostro Paese ed a tutte le latitudini del mondo, ad opera di uomini appartenenti a tutte le classi sociali. Il convegno “ Scuola, Legalità e bullismo” nel 2016, in cui è stata ampiamente sottolineata l’esigenza del rispetto delle regole ed il ruolo cardine della famiglia e della scuola nell’educazione dei giovani al rispetto ed alla tolleranza nei confronti di loro stessi e degli altri: solo in tal modo si ha la possibilità di costruire una società garante dei diritti di ogni individuo. Ricordo perfettamente la circostanza in cui il Dott. Guzzo ha ritenuto opportuno fornire al “Don Bosco” un ”Logo” attraverso il quale l’Istituto potesse essere facilmente riconosciuto ed identificato e potesse accrescere il senso di appartenenza e di identità. Ulteriore testimonianza questa della convinzione che le idee innovative non possono considerarsi in contrasto con l’amore incondizionato per il “mestiere di educatore”. A questo punto mi sia consentito ricordare una particolare circostanza che mi ha visto coinvolta in prima persona: la realizzazione del libro “Favolando” nel 2018, una raccolta di brevi componimenti, opera degli alunni della classe I B di Cantinella. Si è trattato di un “lavoro” assolutamente interessante sul piano squisitamente culturale, unico sul piano dell’attività didattica ed originale per quanto attiene al coinvolgimento emotivo degli allievi. Nella stesura finale del libello, si è preferito conservare le tante imperfezioni, ingenuità, semplificazioni, fantasticherie, stranezze, scaturite dalla fantasia adolescenziale. Ma ciò che colpisce il lettore è che l’analisi dei componimenti evoca, in modo straordinario, il sogno, la serenità, lo smarrimento, il genio, la leggerezza, l’entusiasmo dell’immaginario dei ragazzi.
Per concludere, c’è un preciso convincimento nel pensiero e nell’impostazione professionale ed umana del Dirigente Agostino Guzzo e cioè che tutti noi che operiamo nella Scuola abbiamo una grande responsabilità: quella di essere in grado di intercettare i “bisogni” e le istanze delle nuove generazioni; quella di far sì che i nostri ragazzi non assumano un atteggiamento di passività rispetto “all’accadere del mondo”; quella di trasmettere loro principi ed acquisizioni morali, etiche e comportamentali che consentano di poter discernere tra il bene ed il male, di poter rigettare falsi idoli e modelli raccapriccianti, di poter optare per una vita basata su valori concreti e su presupposti intellettivamente e culturalmente corretti. Tutti noi che operiamo nella Scuola abbiamo un compito prioritario: quello di essere, oggettivamente, in grado di “parlare” ai giovani; quei giovani che cercano nella Scuola, nella Cultura, nella Politica, nella Società delle “risposte” per il loro futuro… e le cercano con tanta determinazione; ma accade spessissimo che, in tale ricerca, si imbattano, invece, in una Scuola, in una Cultura, in una Politica, in una Società del peggiore altro ieri: trovano le sperequazioni, le astruserie, le meschinità della realtà attuale e c’è il rischio concreto, giocoforza, che possano essere sollecitati ad abbandonare i loro sogni, i loro ideali e ad apprezzare l’ipocrisia, l’astuzia, la grettezza, la futilità. Una speranza, d’altronde, deve orientare e guidare la nostra attività di Educatori: quella che i nostri giovani studenti possano maturare la giusta percezione della necessità di un sussulto, di uno scossone delle coscienze, di un “ripensamento” profondo della Società per dar vita a nuove esigenze e soddisfare vecchie aspettative; quella che i nostri giovani studenti possano comprendere che, per poter sperare in un futuro quanto meno dignitoso è necessario acquisire e mantenere degli “spazi di libertà” dopo averli strappati all’ipocrisia, sottratti alla vanità ed al conformismo e contesi, fortemente, alle mentalità mafiose. Grazie, Dirigente Guzzo, per i tanti momenti, per il suo esempio, per la sua presenza, per i tanti insegnamenti. Auguri per questo nuovo inizio e per il meritato riposo. Ci mancherà Dirigente.
ISTITUTO COMPRENSIVO “ DON BOSCO” CANTINELLA DI CORIGLIANO-ROSSANO
Cantinella,01,07, 2022
Prof.ssa
Maria Matranga