In mezzo a tante cattiverie e miserie umane, la sua luce di bontà oggi brilla ancor di più. Ricorre il prossimo 27 giugno il quinto anniversario dalla scomparsa del Commendatore Giorgio Aversente. Un uomo che io non ho mai dimenticato, e come me in tanti.
Poche righe, molti i pensieri. Neppure il rovente esordio dell’Estate 2022 e le quotidiane difficoltà riescono a scalfire il ricordo di chi, assai caro per tanti di noi, non è più su questa terra, ma vivo e vegeto nel cuore di quanti gli hanno sinceramente voluto bene.
L’improvvisa scomparsa di colui il quale, nell’immaginario collettivo, era così ‘pieno’ d’attenzioni e vitalità da aver lasciato un incolmabile ‘vuoto’ in chi è rimasto. L’uomo delle strette di mano, che non negava giammai a nessuno ma, addirittura, quasi esigeva da chiunque, dall’operaio al professionista, dal bracciante agricolo al notaio, dal rappresentante istituzionale alla signora che incrociava per strada, con l’immancabile invito a consumare un caffè.
Commendatore della Repubblica e imprenditore illuminato formatosi dal nulla, pioniere dell’editoria locale e spirito libero e indipendente della vita politica cittadina e non solo, poliedrico uomo dalle molteplici attività e dal grande amore per la famiglia, oggi in molti lo ricordano non solo come una persona dal sorriso disarmante, rassicurante e dall’innata cordialità ma anche, e soprattutto, come l’uomo delle seconde possibilità: umane, formative, professionali, lavorative per giovani e meno giovani, molti dei quali con storie delicate. Storie di sofferenza, che Giorgio Aversente ha preso per mano, nel silenzio dell’operosità che lo contraddistingueva, e ha fatto sue, garantendo ai protagonisti l’agognato riscatto e la legittima dignità.
Ebbro di vita e certamente soddisfatto e orgoglioso, da Lassù, nell’ammirare l’impegno e la perseveranza dei suoi figli, appassionati e competenti come pochi, in prima linea nel campo dell’imprenditoria e con un’attenzione sempre rivolta alla sfera sociale. Amava la natura e i suoi prodotti, istituzionalizzando i momenti della convivialità quali elementi aggregativi, fonti di rinsaldamento d’amicizia e reciproca stima.
Adesso, virtualmente e senza pretese, celebriamo con afflato la figura e l’opera di Giorgio Aversente perché questa è la commemorazione probabilmente più consona per un uomo che del valore della vita ne ha rappresentato l’icona. La sua straordinaria famiglia, le sue lotte per gli ultimi della società, la sua cultura del saluto e dell’ospitalità: questa la stella polare di un indimenticabile uomo dotato del linguaggio della semplicità e della volontà di essere sempre a fianco della sua gente. Giorgio Aversente, l’uomo del cambiamento che porteremo avanti.
FABIO PISTOIA