Raccontare, attraverso l’uso del vernacolo coriglianese, i mali che affliggono, secondo l’opinione personale degli autori, il territorio, le sue problematiche, le sue ataviche carenze in termini di servizi e opportunità.
È un grido di denuncia quello che si leva da parte del giovane Antonio Altimari (nella foto con lo scrivente), che insieme ad altri due ragazzi del luogo, Giuseppe Rivitti e Giovanni Colucci, ha scritto la canzone “Guagnù” (https://www.youtube.com/watch?v=NNvxJeuL75k).
Un testo che si prefigge di scuotere l’intorpidita società e incitarla al cambiamento, auspicato soprattutto dalle nuove generazioni e per il loro progresso civile, sociale, culturale e occupazionale. Una modalità artistica che, a prescindere dalla condivisione o meno, merita comunque di essere valorizzata perché nasce dal cuore di tre giovani innamorati della città e che leggono e ascoltano quanto ogni giorno si segnala all’attenzione delle preposte autorità.
Ad maiora, allora, ad Altimari, Rivitti e Colucci, giovani per temperamento oltre che per età.
FABIO PISTOIA