Multiculturalismo, inclusione, integrazione. Belle parole, buoni propositi, ottimi enunciati che rischiano, tuttavia, di rivelarsi mere intenzioni o sterili proclami se non riempiti di contenuti, atti e fatti caratterizzati dal pragmatismo.
Chi scrive persegue il ‘sogno’ di contribuire a costruire una città fondata sul rispetto delle tradizioni, delle fedi religiose, dei costumi di tutti, pur nell’ottica del giusto contemperamento tra libertà individuali e collettive, tra diritti ed esigenze di ciascheduno e norme e consuetudini dei Paesi ospitanti. In tale ottica mi piace evidenziare la presenza qui a Corigliano, morale prim’ancora che fisica, di un ragazzo di 22 anni, originario del Senegal ma già da 5 anni e mezzo ormai, a tutti gli effetti, nostro concittadino di nome e di fatto.
Moustapha Mané, infatti, da queste parti è più che conosciuto. Un giovane stimato per l’impegno profuso nel lavoro, la dedizione nello svolgimento delle attività a lui assegnate, la sensibilità che lo contraddistingue nei rapporti interpersonali e, in particolare, l’attenzione nei confronti dei più deboli della società, dei meno abbienti, degli anziani. Altro che integrazione e inclusione: è lui che aiuta e sostiene chi versa in condizione di difficoltà o è figlio del disagio dettato dalla contingenza.
Ho l’onore di essere suo amico, è componente attiva dell’associazione “Unione è Forza”, e della sua storia personale e familiare tanto, nel tempo, mi ha raccontato. In questa foto, che ci ritrae assieme ad un altro caro e comune amico, Domenico Zangaro, è immortalato uno dei nostri momenti conviviali, svoltosi di recente presso una delle eleganti cornici della famiglia Aversente.
Moustapha ha la capacità di farsi volere bene e apprezzare. Lavora regolarmente, anzi spesso svolge più mansioni, s’adopera in attività di volontariato, coltiva il dono dell’amicizia che è lo specchio della sua innata bontà. Mi ha narrato dell’accoglienza in città, della grande generosità che ha ricevuto dalla famiglia Malavolta, da Teresa Massimilla e dall’associazione “Mondiversi”, e della solidarietà e del sostegno che ha incontrato in tante persone, da Antonella Martilotti all’avvocato Raffaella Accroglianò, ma sono anche tante altre le persone che lo hanno supportato in modo tangibile e disinteressato.
In epoca e contesto dove pullulano falsi miti e pseudo-politicanti, io amo parlare di chi è personaggio non per censo, professione o autoproclamazione, bensì è cittadino comune ed esempio di dignità, semplicità e levatura morale. Moustapha ha conosciuto la sofferenza e non l’ha mai dimenticata, tant’è che quando la incontra non si volta dall’altra parte, bensì si ferma e tende sempre la sua mano.
FABIO PISTOIA