Profonda umanità, non comune sensibilità, capacità di rimanere semplice in un contesto dove domina l’autoreferenzialità, riconosciuta competenza nella professione e delicatezza nel rapporto quotidiano intessuto con pazienti e rispettive famiglie,
cantore dei mali della società attraverso istantanee di vita, preziose fonti di riflessione individuali e collettive. C’è tanto da dire e scrivere sul dottore Carlo Caruso, coriglianese nei fatti e per testimonianza di radicamento, affettivo e quale scelta comportamentale, alla comunità dove da sempre coltiva passioni, condivide gioie e dolori, dà voce ad istanze di rinascita della città, ancor oggi in preda al degrado e all’incuria.
Ho avuto l’opportunità, insieme ai miei genitori, di essere stato ‘paziente’ del medico di base Caruso. Medico ‘di famiglia’ nell’accezione più ampia del termine, “in lato sensu”, nel significato autentico della celebre locuzione latina. Ne ho avuto modo di conoscere il pregevole modo d’accostarsi all’Altro, il dono dell’incontro e del confronto permanente, il rispetto del pensiero differente, senza mai generare confusione tra ruolo e sostanza, tra aspetto umano e politico e/o professionale.
Dopo un’esistenza intera caratterizzata dall’impegno profuso nell’adempimento della sua ‘missione’, tra studio medico e abitazioni degli assistiti, con particolare attenzione rivolta a persone anziane e fragili, Caruso non ha abbandonato la sua testimonianza di figlio giammai passivo di luoghi ed eventi. Dismesso il camice per la meritata quiescenza, ha trovato tempi e modi per dedicarsi meglio e più all’impegno civico, con pubbliche denunce e/o appelli sui social, immortalando al contempo beni culturali e situazioni d’abbandono, scrigni di bellezze e ricettacoli di rifiuti, forzieri d’arte e scempi urbanistici. Aspetti positivi e negativi, dunque,
sempre in ottica propositiva e mai lesiva dell’altrui dignità, consegnati in splendide immagini regalate alla città.
I mestieranti della politica, forse, vedono in lui, come del resto in chi scrive, elemento “scomodo” perché segnala disagi e soprusi: se ne facciano una ragione, poiché le amministrazioni passano mentre i cittadini rimangono, e con loro – e per fortuna! – il senso della misura, le ansie e le aspettative di una terra che ha sete di sviluppo e libertà. È il compagno di lotte che tutti vorremmo avere, senza vessilli di partito ma solo sotto l’egida della comunanza d’ideali. Carlo Caruso, il medico dell’amicizia e del riscatto civile.
FABIO PISTOIA