Il suo nome è Antonello Madeo ed è ormai noto in tutta Italia. Un curriculum professionale da fare invidia. Studi, ricerche, pubblicazioni di caratura nazionale: c’è di tutto nel bagaglio umano e culturale di questo brillante avvocato penalista e professore di Diritto e Procedura penale in alcune Università pubbliche e private.
Nativo di Corigliano Calabro, è un concittadino che ci inorgoglisce. D’altronde, appartiene ad una stimata famiglia del luogo. Il padre, Pierino Madeo, già agente del Corpo di Polizia municipale, persona competente e affabile, è un vero galantuomo.
L’avvocato Madeo è stato tra i protagonisti, lo scorso venerdì, di un convegno, svoltosi presso la sala “David Sassoli” della sede nazionale del Partito Democratico in Roma, sul tema “La fine del Condor. Dalle dittature alla democrazia: progressisti tra Italia e America Latina”. Madeo, difatti, è componente del collegio difensivo nell’ambito dell’importante processo “Condor”, una vicenda giudiziaria di caratura internazionale e unica nel suo genere, che ha visto salire sul banco degli imputati i vertici politici e militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay: paesi sudamericani che negli anni Settanta hanno patito le dittature, caratterizzate da una feroce repressione dei dissidenti. Gli imputati avrebbero anche implementato il famigerato “Plan Condor”, un sistema di intelligence tra organismi politici, militari, di polizia o di informazione, che consentiva ai servizi segreti dei paesi aderenti “operazioni” anche fuori dai confini territoriali. L’obbiettivo era sempre lo stesso: la sistematica sparizione e uccisione di inermi cittadini, i desaparecidos. Tra questi c’erano molti italiani, rei di essere anche solo sospettati di dissidenza verso il potere.
Il processo “Condor” vedeva alla sbarra tutti i capi di Stato e di governo dei paesi interessati, naturalmente quelli ancora in vita. Tra questi, era processato per la prima volta Jorge Nestor Troccoli, sino ad oggi scampato a tutte le condanne, perché fuggitivo, tra i più sanguinari torturatori ed uccisori dei desaparecidos. Dopo l’assoluzione in primo grado, è stato condannato all’ergastolo. Le vittime del processo “Condor” italiano erano italo-oriundi, molti anche calabresi.
L’avvocato Madeo ha rappresentato diverse decine di milioni di elettori, assistendo il Pd ed il Frente Amplio (una sorta di Ulivo uruguaiano). La straordinarietà della sua attività risiede nel fatto che, per la prima volta in assoluto in Italia, è stato ammesso quale parte civile un partito politico straniero, per fatti risalenti a 45 anni prima, quando il partito non era ancora esistente. Per il Partito Democratico invece, la unicità della pronuncia consiste nel fatto che è stato consentito di intervenire in un processo per fatti risalenti a quando neanche esisteva.
Un tassello prezioso che si aggiunge al mosaico di esperienze e traguardi acquisito e conquistato sul campo, con autentica passione civile e impegno profuso senza mai lesinare né tempo né energie, dall’avvocato Madeo. Esperto di diritto penale commerciale e di reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, occupandosi – anche quale difensore delle amministrazioni giudiziarie – di misure di prevenzione antimafia. Difensore di numerosi enti locali – Parchi, Comuni, Partiti politici – di amministratori pubblici, di appartenenti alle forze dell’ordine, di polizia e militari, e di relativi movimenti sindacali, Madeo ha studi professionali a Roma, presso il prestigioso Corso Trieste, nonché a Milano e Latina.
Fin qui, pur se in sommarie informazioni per esiguità di spazio, il racconto dell’ultimo, solo in ordine di tempo, prestigioso riconoscimento professionale per il penalista Antonello Madeo, dai natali coriglianesi e cosmopolita per vocazione, col quale ci congratuliamo e al quale auguriamo sempre più rosee affermazioni.
FABIO PISTOIA