In questi giorni è al confine con l’Ucraina, per raccontare – come sempre avviene con i suoi scatti ‘parlanti’ – il dolore di donne, bambini, uomini.
Un dolore che può e deve essere condiviso quale vibrante testimonianza della guerra, insulsa come tutti i conflitti bellici, scatenata dalla Russia.
Francesco Malavolta è un brillante fotogiornalista nato a Corigliano Calabro, iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Calabria e impegnato, da oltre vent’anni, nella documentazione dei flussi migratori che interessano il mondo intero. È sempre in giro per il globo, difatti, a bordo di elicotteri, battelli e gommoni, impegnato, con passione e dedizione, a seguire e raccontare, pronto a catturare con uno scatto ciò che accade quando un popolo inizia il suo viaggio, mettendosi in movimento verso nuovi mondi. Un lavoro svolto in un contesto spazio-temporale in costante mutamento che lo ha portato a viaggiare, negli anni, lungo i confini di una Europa sempre più blindata e difficile da raggiungere via terra o via mare.
Francesco, da oltre dieci anni, collabora con la Comunità Europea, varie agenzie di stampa internazionale (come Associated Press), organizzazioni internazionali (quali UNHCR e OIM) e Ministeri. Chi scrive ha avuto il piacere di farne la diretta conoscenza grazie al comune amico Alfonso Aversente, imprenditore calabrese da sempre dotato di una visione cosmopolita, in simbiosi con il valore aggiunto della sua illuminata famiglia.
Malavolta stupisce, come uomo, per la proverbiale modestia e semplicità, nonché, come professionista, per l’estrema scrupolosità che lo caratterizza, unitamente al suo ‘segreto’ che ovunque l’accompagna: lo smisurato amore che prova non solo per la sua attività, ma ancor prima per i volti che incontra. Volti di vita e di morte, di tristezza e di rinascita, di atroci sofferenze e aneliti di riscatto, nei quali s’immedesima e con i quali ha la capacità di generare affetto, infondere fiducia ed esprimere emozioni.
L’obiettivo principe dei suoi racconti per immagini è quello afferente le storie dei migranti. Sono uomini, donne, bambini, sempre diversi eppure accomunati da un’unica, urgente esigenza: quella di salvarsi. Da una guerra o dalla povertà, dalla violenza o da una terra che non è più adatta ad accoglierli. Ciò che cercano è sempre la vita. Una nuova vita. Un’altra casa per ricominciare a sorridere. Con compostezza, dignità e quel filo di speranza che li aiuti a credere che un’altra occasione è possibile, ed è lì, al di là del mare, oltre un confine.
Orgogliosi, dunque, di avere un concittadino che, sovente presente nei luoghi di morte e incurante del pericolo, si conferma, come accade in queste ore, prezioso messaggero di pace. Francesco Malavolta, fotoreporter del dolore e della speranza.
FABIO PISTOIA