La scelta di proporre la mia candidatura alla carica di segretario del nostro Partito nasce dall’esigenza avvertita da molti amici e compagni di riprendere il filo di un ragionamento politico che,
negli ultimi anni, anche a causa delle difficoltà legate alla pandemia e alle sconfitte elettorali subite, è stato sempre meno presente, se non addirittura assente. Ciò è avvenuto, ritengo, anche per la responsabilità di muri e barriere personali che hanno desertificato lo spirito comunitario, mastice necessario di ogni organizzazione, pur nella diversità di vedute e opinioni. Troppo spesso, infatti, abbiamo tra di noi percepito la diffidenza verso qualunque compagno che liberamente manifestava il proprio pensiero, tutti presi, come eravamo, a ricostruire, dietrologicamente, il perché dell’opinione differente e mai a ragionare del merito delle questioni.
Anche in queste giornate ho provato, insieme a chi ha condiviso con me questa scelta, ad aprire il confronto politico con coloro che hanno una diversa chiave di lettura su cosa oggi si debba fare per il nostro Partito e per la nostra città. In tutta sincerità, nonostante gli sforzi profusi, le distanze e le antiche difficoltà, se pur meno evidenti, in parte, restano. Ho provato a tessere con tutti il filo del dialogo, nonostante a volte mi scontrassi con la volontà di taluni di non riannodarlo; ma non mi “sflilaccerò”, anche se non dovessi essere chiamato a guidare il nostro Partito, perché credo ancora che questa comunità, per essere ricostruita politicamente, debba RINASCERE anche nei rapporti umani.
Il nostro compito è arduo ma dobbiamo provarci tutti insieme!
E’ indubbio, però, che oggi siamo in una fase nuova e ci troviamo di fronte a questioni rilevanti che non attengono alla sola, ancorché necessaria e urgente, costruzione del Partito unico della neonata città, ma riguardano, in primis, il profilo politico e ideale che vogliamo proporre alla comunità coriglianorossannese, attraverso le azioni del nostro Partito e di chi lo rappresenta. Tutto ciò, anche per recuperare il terreno perduto in questi anni ed avere una prospettiva futura diversa rispetto a quanto abbiamo vissuto nel recente passato.
Dobbiamo essere depositari delle speranze e delle aspettative della gente, soprattutto per non mortificare questa grande e ambiziosa conquista ottenuta su impulso della maggioranza dei cittadini coriglianorossanesi, che è la nuova città.
Le criticità, i distinguo, un appannato senso di appartenenza o il forse mai raggiunto sentimento condiviso verso la nuova realtà, ci impongono una efficace e puntuale progettualità da sottoporre ai cittadini, vagliando ed elaborando al meglio i contenuti sui cui spingere, per far partire finalmente e definitivamente la macchina.
Ecco perché non possiamo sciupare questa occasione congressuale, che non può e non deve essere solo una riorganizzazione interna, ma un grande passaggio per la RINASCITA di una comunità politica e umana, che volge il proprio sguardo verso il futuro, con l’ambizione di cambiare la storia di Corigliano Rossano.
Francesco Madeo