di Carlo Caruso
Io – forse sbagliando – resto basito. Se chi è preposto alla salvaguardia ambientale e alla lotta all’inquinamento trova un rigagnolo di materiale sospetto, ma quasi sicuramente tossico,
che finisce in un corso d’acqua, subito avvia gli accertamenti del caso e, se viene confermata la natura inquinante della sostanza, provvede a sanzionare il colpevole e a chiuderne l’attività. Tutto giusto e di ciò ringraziamo le forze competenti. Ma nel caso dei cumuli di rifiuti che devastano letteralmente le nostre contrade, possibile che non si riesca a Intervenire in modo altrettanto adeguato e risolvere legalmente la questione? Possibile che non si avvìi un indagine e si stabilisca di chi sono competenze e colpe? Ma non si pretende che ciò avvenga in ore o giorni o settimane o addirittura mesi, ma qui stiamo aspettando da anni, se non da decenni, che si individuino almeno le responsabilità, dato che c’è chi percepisce “prebende” e benefici se non altro politici per dedicarsi alla sorveglianza dell’ambiente in cui viviamo. Non si chiedono cacce alle streghe, ma almeno sapere con chi dobbiamo protestare per il disservizio, perché alla fine sembra che la colpa sia del cittadino incivile, che avrà pure le sue colpe, ma – se colto in flagranza almeno paga di persona, a parte le esose bollette che sborsa ogni anno. Uno stato di diritto degno do questo nome è tale se offre delle garanzie nell’osservanza delle regole a qualsiasi livello, per una convivenza che sia la più armonica possibile. Non è più tollerabile questo vero e proprio disastro che sta interessando i già tanto tormentati nostri territori.
Carlo Caruso