L’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano ha il dovere di informare tutta la cittadinanza, con puntualità e attraverso i canali istituzionali, in merito alla situazione dei contagi Covid sul territorio di pertinenza.
Ormai quasi tutte le Amministrazioni comunali del comprensorio (da Castrovillari a Caloveto, da Cassano all’Ionio a Vaccarizzo Albanese) comunicano, con cadenza quotidiana o giù di lì, il trend della situazione epidemiologica alle rispettive comunità. Ciò non accade, invece, nella terza città della Calabria, in alcun modo e in nessun giorno della settimana.
È questo un fatto grave poiché i cittadini chiedono, legittimamente, di essere informati. Ne è riprova la costante sollecitazione in tal senso proveniente da larghi strati della popolazione. Non è tollerabile che singoli giornalisti siano costretti a rincorrere notizie o che, come accade allo scrivente, ci si trovi a dare informazioni sui contagi sui personali profili social per rispondere alle decine di messaggi che si ricevono ogni dì o, ancora, ad attendere la pur importante comunicazione settimanale via Facebook del dirigente Asp.
È preciso compito dell’Amministrazione comunale informare la cittadinanza. Il sindaco, il vicesindaco e gli assessori hanno questo dovere nei nostri confronti. Per farlo, hanno svariati mezzi a disposizione: dall’utilizzo dei social ai comunicati stampa diffusi dall’Ufficio stampa dell’Ente. Con tutto il rispetto per il mistero sulle illuminazioni natalizie o sui finanziamenti richiesti e ottenuti, in questo momento la priorità è la situazione epidemiologica, in pieno svolgimento della cosiddetta quarta ondata e con l’annunciata riapertura degli istituti scolastici.
Basti pensare che solo nella giornata di ieri, sabato 8 gennaio, in una farmacia cittadina, sono stati registrati 35 concittadini positivi su 166 tamponi processati. Un dato che testimonia l’aumento esponenziale dei contagi e l’improcrastinabile diritto di esigere chiarezza da parte di chi ricopre ruoli istituzionali.
Non si tratta di svelare il terzo segreto di Fatima, ma solo di assolvere ad un compito essenziale in una democrazia e atteso da una comunità costituita da cittadini-contribuenti, non per seminare paura bensì per convivere col virus all’insegna di una consapevole informazione e di un comprensibile desiderio di serenità. S’attende, pertanto, che il sindaco o chi per lui assuma questa funzione, oppure deleghi qualcuno deputato a svolgere tale ormai inderogabile esigenza.
Fabio Pistoia