di Francesco De Caro
La Costituzione della Repubblica Italiana statuisce all’articolo 42 che «…la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.»
In ossequio a tale dettato Costituzionale è necessario porsi un duplice quesito: siamo sicuri che nel nostro ordinamento il principio della inviolabilità della Costituzione e della certezza del diritto vengano onorati?
Il CORAP, consorzio regionale per le attività produttive (ex ASI), è un ente pubblico economico strumentale della Regione Calabria al quale sono affidate, per longa manus Statale, funzioni di sviluppo e valorizzazione delle aree produttive ed industriali con l’esercizio di tutte le funzioni già attribuite ai singoli consorzi per lo sviluppo delle aree industriali dalla legge n. 38 del 2001. Il CORAP, dunque, ha come primario obiettivo quello di favorire il sorgere di nuove iniziative imprenditoriali e di implementare e potenziare le attività esistenti;
tra le sue prerogative rientrava anche lo sviluppo dell’area industriale di Corigliano-Rossano (ex Corigliano calabro);
Tra il 2000 ed il 2004 nel territorio di Corigliano-Rossano decine di agricoltori sono stati espropriati dei loro agrumeti per pubblica utilità. Come risarcimento si offrì un prezzo irrisorio perfino al di sotto del prezzario agricolo. Per tale ragione nacque un contenzioso per la giusta determinazione del prezzo definito solo nel 2014 con plurime sentenze della Corte di appello di Catanzaro che condannò il suddetto ente e dunque la Regione Calabria
Il CORAP, a fini dilatori, si oppose alla sentenza ma comunque la Corte di Cassazione confermò la sentenza della Corte d’appello cristallizzando il diritto di credito degli espropriati e dunque la relativa indennità (Cassazione civile ordinanza della sezione 1 n. 11080 anno 2020);
Nel frattempo la Regione Calabria, invece di onorare la sentenza di condanna, s’inventa quello che può essere definito “un jolly elusivo e speculativo”.
Quest’ultima, con l’avallo ed il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico – per il lapalissiano scopo di non pagare i suddetti espropri ed i lavoratori che lavorano alle dipendenze del Corap (che nel frattempo ha accumulato una non quantizzabile mole debitoria) – promuove, con delibera della Giunta Regionale, la liquidazione coatta amministrativa dell’ente CORAP.
Tale pericolosa situazione è stata rappresenta egregiamente al Senato della Repubblica dalla Senatrice ed Avvocato Rosa Silvana Abate.
Dunque, di punto in bianco, lo Stato con poteri coercitivi può delegare, per longa manus un Ente, e con un solo colpo violare la Costituzione, far calpestare un diritto diritto di proprietà e conseguentemente la dignità dei cittadini.
Avere contezza e sottolineare quanto esposto è di vitale importanza in primis perché non sempre la Giustizia garantisce il riconoscimento e la tutela dei diritti ma soprattutto, oltre a rappresentare un’ingiustizia, questo episodio creerebbe un pericoloso precedente in materia di espropriazione in quanto stando così le cose, lo Stato potrebbe espropriare e calpestare un diritto di proprietà tutelato dalla stessa Costituzione e senza riconoscere una somma all’espropriato.
Ma gli artefici di questo vaso di pandora ed in particolare il neo Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che ha reiterato, come primo atto della sua Giunta, l’operato dei suoi predecessori, in neo assessore Rosario Vari, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Commissario liquidatore Enrico Mazza hanno contezza di questo bel vaso? Teoricamente tutto ciò non è molto compatibile con in concetto di amministrazione della Res Pubblica, con il rispetto delle leggi e della Costituzione della Repubblica Italiana. Teoricamente è qualcosa di molto pericoloso.
Di seguito video e link dell’intervento completo della Senatrice ed Avvocato Rosa Silvana Abate https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1328960