Da sei anni a questa parte il caro amico, Giovanni Scorzafave, docente in pensione e valente narratore e cantore della Corigliano che fu,
ci regala ogni anno un prezioso scrigno di ricordi di un paese che la “modernità” ha relegato in un ingiustificato stato di oblio e di abbandono. Dal 2016 ad oggi Scorzafave ha scritto ben sei volumi su “Le botteghe di una volta” a Corigliano Calabro (Edizioni Libreria Il Fondaco). Un lavoro particolarmente prezioso e minuzioso, il cui significato, ma soprattutto il messaggio che vuole lanciare alle giovani generazioni, è lo stesso autore che lo descrive in maniera chiara e lucida nella prefazione dell’ultimo volume, in distribuzione in questi giorni, “Su quasi tutte le rocce (oltre 250) di questo particolare monte, dopo aver allestito la tenda dei ricordi e tolto per un po’ le pesanti imbragature, avute in dote dai miei genitori, ho fatto delle brevi soste per respirare l’aria salubre e sentire ancora, come facevo da bambino, gli odori di quei luoghi, che erano la casa di tutti, dove uomini umili erano particolarmente bravi nell’affrontare con grande dignità la fatica e la sfida quotidiana della vita, senza mai lamentarsi di nulla”. E’ in queste parole l’essenza di un lavoro particolarmente interessante e capillare che, come si diceva, si è snodato attraverso sei volumi. E ancora tanto ci sarebbe da raccontare, ma Giovanni Scorzafave sempre nella prefazione ci tiene a far sapere all’amico lettore che “con questo volume, il 6°, il mio viaggio avventuroso e straordinario lungo la scalata del monte della memoria, a cui ho voluto dare il nome de “Le Botteghe di una volta”, termina”. Ed è un peccato, secondo noi, perché le storie riportate alla luce da Scorzafave sono belle, uniche ed appassionanti. Ma dobbiamo anche capire l’autore, il quale giustifica questo suo stop con il venir meno delle fonti da dove trarre le notizie per imbastire nuove storie. Ma queste “rocce”, come le chiama l’autore del volume, che sono oltre 250 hanno restituito, se pur in parte, tanta dignità, umanità, senso dello stare insieme, ad un paese, Corigliano Calabro, che da questi racconti ne esce per come sapevamo e per come ci è stato raccontato dai nostri padri e nonni. L’agorà autentica di una zona del territorio di Calabria, dove la vita era scandita dal lavoro, dalla solidarietà e dal rispetto degli uni verso gli altri. E le “Botteghe” raccontate da Giovanni Scorzafave sono l’agorà di questo paese che non c’è più, sotto tutti i sensi, cancellato nel marzo del 2018 da scellerate e non valutate decisioni in merito alla fusione. Dai racconti di Scorzafave trasuda una realtà rurale, ma nello stesso tempo imprenditoriale, fatta da uomini con grandi idee ed ingegno. Ecco perché il narrato assume un valore anche storico, perché consegna alle giovani generazioni personaggi che hanno dato lustro non solo a Corigliano, ma alla Calabria intera in vari campi. Questi volumi vergati da Giovanni Scorzafave, secondo noi, dovrebbero trovare un posto nelle lezioni di storia per gli studenti della secondaria di primo e secondo grado. E’ necessario, secondo noi, che i nostri giovani conoscano a fondo le proprie radici, attraverso le gesta di tanti uomini, famosi e meno famosi, che con il sudore della propria fronte hanno contribuito allo sviluppo socio-economico della ex città di Corigliano. E condividiamo pienamente il commento del prof. Rinaldo Longo, studioso di storia locale, che in un post su facebook nel commentare il libro di Giovanni Scorzafave ha scritto: “Senza libri come questo (il sesto sull’argomento: le Botteghe di una volta a Corigliano Calabro) un trattato di storia contemporanea, sarebbe più misero e più povero di documenti interessanti e fondamentali”. Grazie professore Longo, come non essere d’accordo con lei.