MA L’ATTENZIONE MAGGIORE DEVE ESSERE RIVOLTA AI TANTI CONTRIBUENTI VESSATI DA ANNI DALL’INVIO DI CARTELLE PER SERVIZI INESISTENTI.
È oramai da anni che l’ente consortile dei bacini dello Jonio Cosentino, presenta problematiche economiche e finanziarie non indifferenti, e purtroppo la questione relativa alle spettanze arretrate dei lavoratori, resta sempre un problema non di odierna attualità.
L’ente consortile purtroppo non è in grado più di reggere economicamente il peso gravante dalle mancate entrate derivanti dai singoli contribuenti, ma anche per delle falle più ampie e strutturate dovute a finanziamenti pubblici che arrivano a stenti nelle casse dello stesso ente.
I presupposti dell’imposizione consorziale, ossia dell’obbligo di contribuire alle opere eseguite dai consorzi di bonifica solo perché proprietari di un immobile incluso nel perimetro consortile, ha fatto si che nel tempo, i contenziosi tra lo stesso ente e i contribuenti, crescessero a dismisura. Questo ha indirettamente gravato negativamente sulla stabilità economica di tale ente, tanto da causare una fragilità organica non indifferente.
Non a caso, le varie commissioni tributarie, in controtendenza a quanto affermato dalla Legge della Regione Calabria del 23 luglio 2003, n. 11, hanno ribadito più volte che le opere di bonifica non rappresentano in assoluto una condizione distintiva di tale bene, che è al contempo uno stato di fatto e una situazione di diritto, per cui il cespite in parola deve trarre dalle opere sopra menzionate un’utilitas, un vantaggio particolare, un beneficio “speciale” incidente in via diretta sull’immobile, comportandone un incremento di valore in rapporto causale con l’esecuzione delle opere di bonifica e con la loro manutenzione.
Questo vantaggio o beneficio derivante dalla bonifica, non è provato dalla pura e semplice inclusione dell’immobile nel perimetro del comprensorio – proprio per la natura corrispettiva del tributo che i consorzi sono autorizzati ad esigere dai proprietari degli immobili siti nel comprensorio, non può essere indiretto o generico, perché altrimenti sarebbe perduta l’inerenza al cespite, ma deve risultare concreto, “effettivo” e va accertato con riferimento a ciascun bene. Deve, inoltre, essere valutato anno per anno sulla base dei reali incrementi di valore dell’immobile determinati dalle opere di bonifica e/o dalla loro manutenzione.
Il vantaggio do quo può si essere anche comune a più immobili, o a tutte le proprietà ma in nessun caso presunto, o desumibile in via indiretta per il solo fatto che altri immobili abbiano tratto il beneficio in questione.
Visto quanto, con sentenza N. 188 del 25 settembre – 19 ottobre 2018, la Corte Costituzionale, ha espressamente dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 23, comma 1, lettera a), della legge reg. Calabria n. 11 del 2003, proprio nella parte in cui prevede che il contributo consortile di bonifica, quanto alle spese afferenti al conseguimento dei fini istituzionali dei Consorzi, è dovuto «indipendentemente dal beneficio fondiario» invece che «in presenza del beneficio».
Nonostante ciò, l’ente consortile, continua atterrito ad inviare cartelle ai contribuenti per le stesse motivazioni ritenute anticostituzionali, e il gioco purtroppo annualmente ricomincia.
Inoltre, l’indifferenza delle associazioni di categoria che dovrebbero prendere di petto la situazione in difesa degli agricoltori, per le motivazioni sopra riportate, ha fatto sì che negli anni come consuetudine l’invio massimo degli avvisi di pagamento riprendesse puntualmente. I contribuenti riteniamo non possono essere lasciati da soli, alla pari dei lavoratori del Consorzio di Bonifica. È purtroppo negli anni tante associazioni di categoria, hanno ignorato la cosa e continuano ostinatamente a farlo, preferendo guardare dall’altra parte. Cosa altrettanto vergognosa, è l’invio degli avvisi di pagamento del tributo di bonifica anche per i contribuenti che in più occasioni hanno ottenuto sentenza favorevole in Commissione Tributaria. Ciò sostanzialmente si traduce in ulteriori perdite di denaro pubblico, per pretese tributarie illegittime.
Il presupposto essenziale per una soluzione della problematica, riteniamo quindi, non è rappresentato dal solito contentino economico derivante dai fondi pubblici regionali, ma da una drastica riorganizzare dell’ente e della legge regionale citata in precedenza, all’insegna di una radicale riforma, pianificando l’importante opera svolta al servizio dei territori e di quanti sono realmente e direttamente interessati al buon funzionamento dello stesso.
Solo attraverso una serie di interventi anche e soprattutto politici in merito, la situazione attuale di criticità potrebbe essere superata, poiché non possiamo più consentire al nostro territorio di subire oltraggi per inadempienza ed incapacità soprattutto della classe dirigente.
DOMENICO VARCARO
Responsabile legale Confconsumatori Cosenza
Responsabile legale Fe.S.I.C.A. Confsal Corigliano Rossano (CS)