Profondamente legato, unitamente alla mia famiglia, agli splendidi genitori di Marilena Amerise, giovane e brillante ricercatrice coriglianese prematuramente scomparsa a Roma nel 2009,
m’imbatto in una notizia riportata dall’Agenzia di informazione settimanale “Corrispondenza Romana”, nonché da altri autorevoli organi d’informazione della Capitale. Nella giornata di ieri, 23 ottobre, l’Hotel Massimo d’Azeglio, situato in una delle zone centrali di Roma, ha ospitato un convegno internazionale su un tema quanto mai interessante e di stringente attualità – “Salute dei malati e salvezza delle anime. Chiesa e società in un periodo buio della nostra storia” – organizzato da Voice of the Family.
Relatori importanti, pubblico delle grandi occasioni, cornice elegante, ma soprattutto contenuti qualificati e qualificanti. Tra tutti, quello del professore Roberto de Mattei, tra i più autorevoli storici italiani, che nel suo intervento si è ispirato anche alle ricerche compiute da Marilena, nata nella nostra diocesi ma chiamata da Dio ad offrire la sua opera di esperta e studiosa alla Chiesa universale.
Si tratta degli scritti della nostra concittadina sul tema “L’attività assistenziale di Fabiola. L’epistola 77 di Girolamo” pubblicati dal “Giornale di storia della medicina”, vol. 24, n. 2 (2012). Ulteriore testimonianza del prestigio raggiunto da Marilena e dalla sua attività culturale, divenuta odierno e futuro indelebile patrimonio dell’umanità.
“Le epidemie, o pandemie – ha spiegato il professore de Mattei – costituiscono un capitolo della storia della medicina, che è di particolare importanza per la sua rilevanza sociale. L’epidemia è infatti un male collettivo che ha un forte impatto sulle idee e sui costumi di un popolo. (…) La Chiesa, fondata da Gesù Cristo, ha come sua missione primaria la salvezza eterna delle anime, ma non trascura la salute temporale dei corpi, per l’inscindibile vincolo che esiste tra anima e corpo. Per questo la Chiesa nella sua storia ha dimostrato di essere la suprema custode del bene spirituale e materiale dell’uomo, proteggendo la salute del corpo e mostrando all’anima la via della salvezza eterna. E poiché la Chiesa non è un’associazione privata, ma un’istituzione pubblica, Essa ha svolto pubblicamente questa missione fin dal momento in cui, sotto l’Imperatore Costantino (306-337), è uscita dalle catacombe. Risalgono a quell’epoca i primi esempi di ricoveri per malati, chiamati xenodochi o nosocomi, secondo il termine usato da san Girolamo, il quale afferma che santa Fabiola (m. 399) fu la prima a istituire un ospedale a Roma per ospitarvi i poveri e gli ammalati”.
Indimenticabile Marilena: attestati di stima e d’affetto che ancora oggi si rinnovano, in un abbraccio senza luogo e senza tempo nei confronti del suo impegno e della sua memoria, nonché dei suoi genitori, – stimati professionisti ma soprattutto persone dotate di grande umanità e sensibilità – nella Corigliano che le ha dato i natali come sotto il cielo di Roma, laddove ha lasciato questa terra per raggiungere le celesti altitudini.
Fabio Pistoia