Questo articolo vuole raccontare una storia, o forse sarebbe più opportuno dire una “barzelletta”, che vede come protagonista un cittadino di Corigliano Rossano. Questo cittadino, che indicheremo di lui solo le iniziali M.B., nella giornata del 12/10/2021, si è recato presso il Palazzetto dello Sport “Brillia”, ora adibito come centro vaccinale, proprio allo scopo di ricevere il vaccino.
Il nostro concittadino, una volta conformatosi alla fila, ha raggiunto il medico al quale avrebbe dovuto consegnare i documenti necessari per la somministrazione. Avendo contratto il Covid nel mese di Dicembre/Gennaio scorso, il concittadino lo ha riferito al medico, il quale ha iniziato ad avere delle titubanze a procedere alla sola ed unica somministrazione di vaccino che, il sig. M.B., aveva il diritto di ricevere e che gli avrebbe garantito il GREEN PASS.
Il medico in questione riteneva opportuna, ed anche necessaria, la somministrazione di Due dosi di vaccino, in quanto il sig. M.B. non aveva dimostrato, attraverso la documentazione medica necessaria, che questo aveva effettivamente contratto il Virus Sars Covid-19.
A questo punto il sig. M.B., con accordo del medico in questione, si è recato a casa per poter prendere i documenti necessari e consegnarli al medico che avrebbe poi proseguito alla compilazione dei moduli necessari e alla somministrazione dell’unica dose, ma una volta raggiunto nuovamente il Centro Vaccinale, le cose andarono diversamente.
Il medico, nonostante la presa visione della documentazione sanitaria (test rapido positivo, due test molecolari positivi ed un ultimo test rapido negativo), si è completamente rifiutata di somministrare una sola dose, ritenendone necessarie due!
Quello che ci si chiede è: COME è POSSIBILE CHE CI SIA QUESTO SPRECO DI DOSI DI VACCINO?
Si, è necessario parlare di “SPRECO”, poiché per le persone guarite da Covid, è ormai risaputo che, basta una sola dose di vaccino entro 12 mesi dal primo tampone negativo dopo la malattia. Inoltre, è proprio una circolare del Ministero della Salute, firmata dal Direttore Generale Gianni Rezzi, che lo afferma, ed infatti dal documento si legge: “È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino nei soggetti con pregressa infezione (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica ), purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e comunque non oltre i 12 mesi dalla guarigione”.
La conferma della lunga immunità della malattia è stata confermata dall’indagine condotta sulla popolazione di Vo’ Euganeo dal gruppo di Andrea Crisanti Dell’Università di Padova in collaborazione con l’Imperial College di Londra, i cui dati sono stati pubblicati sul Nature Communication. Con tale studio, sono stati analizzati i livelli anticorpali ed il 98% delle persone positive a Febbraio/Marzo dello scorso anno hanno mostrato livelli ancora rilevabili di anticorpi dopo nove mesi, dunque a Novembre!
È opportuno poi sottolineare che il Professore ordinario di Infettivologia all’Università degli Studi di Milano e direttore di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco, Massimo GALLI, ha proprio affermato che: “vaccinare i guariti è una visione che, se applicata burocraticamente, ci porta a sprecare dosi e forza lavoro, perché queste persone gli anticorpi li avranno per diversi mesi, come sempre più studi dimostrano. Direi che, considerando i milioni di dosi necessarie, è al limite del danno erariale. Le Vaccinazioni dei guariti dal Covid non hanno una provata utilità e talvolta sono associate a una reazione indesiderata con effetti importanti. Tra l’altro gli anticorpi acquistati naturalmente potrebbero essere più aggiornati nella protezione delle varianti rispetto a quelli ottenuti dal vaccino. A parte questo sono somministrazioni futili, soprattutto alla luce di tutti i non vaccinati nei Paesi poveri del Mondo, dove non ci sono dosi a sufficienza!”
Ecco, per tutte queste ragioni è utile che noi tutti teniamo gli occhi ben aperti, non di certo perché si ha paura del vaccino oppure di una “punturina”!!!