di Giacinto De Pasquale
La chiesa dei santi Nicola e Leone di Corigliano Scalo si arricchisce di un’ulteriore opera di arte sacra. “Una icona di arte sacra”, come ci dichiara l’autore, dedicata ai due martiri di Ceuta, Nicola e Leone per l’appunto, di cui lo scorso 10 ottobre si è celebrata la festa.
Ed il giovane e bravo artista coriglianese, Alfredo Romio, ha voluto omaggiare tutta la comunità coriglianese consegnando il quadro proprio lo scorso 10 ottobre al termine della Santa Messa presieduta dal parroco don Natale Carandente. Una cerimonia sobria ma ricca di significati, perché l’icona che l’artista Romio ha consegnato alla Chiesa dei santi Nicola e Leone aggiunge un tassello molto importante al patrimonio sacro e artistico che già vanta la parrocchia coriglianese.
L’artista Alfredo Romio ha studiato da piccolo pittura a Corigliano, poi ha fatto i primi tre anni di Accademia a Catania e ha conseguito la triennale di pittura. Ha proseguito presso l’accademia di Brera e adesso è rappresentante dalla galleria di Lugano Five Gallery in Svizzera. Dopo varie esperienze, la scorsa estate ha curato una mostra molto importante presso il castello di Corigliano, patrocinata dall’accademia di Brera, con 13 artisti provenienti da tutta Italia, dalla Danimarca e dalla Cina. La mostra ha fatto registrare una discreta partecipazione della comunità. In questo momento Alfredo Romio è in partenza per tornare a riallacciare i rapporti lavorativi che aveva interrotto per il covid a Milano. Certamente possiamo sostenere che la vita artistica di Romio si svolge tra Corigliano e Milano, anche se, ci confessa, che ogni volta che lascia Corigliano lo fa con non poco dispiacere. Ma qual’è il significato del quadro: “E’ una icona tipica della gioventù calabrese – afferma l’artista – perfettamente capace, come la gioventù di tutto il resto delle regioni italiane, ma che per seguire i propri sogni e per autorealizzarsi è costretta ad abbandonare la propria terra, perché la nostra Calabria è una regione povera, ed è chiaro che per perseguire i nostri sogni abbiamo bisogno di regioni ricche. Ma ovviamente speriamo che nei prossimi anni possiamo assistere ad un totale cambiamento della situazione e che altri giovani come me, possano decidere di rimanere in una terra che amano è che gli dà quello che i giovani meritano. Questo tipo di pittura – aggiunge l’artista Alfredo Romio- si chiama arte sacra e nello specifico è pittura narrativa. In questo lavoro mi è stato chiesto da don Natalino di raccontare una storia, di raccontare una storia di due Martiri che siano topici per la popolazione coriglianese, perché, a meno che non mi sbaglio, i santi Nicola e leone dovrebbero essere gli unici Santi di Corigliano, quindi sono rappresentativi proprio a livello di santità. Per cui la loro partenza, il loro martirio, in ogni caso ancora oggi ci rappresenta, e vorrei che i giovani soprattutto si rivedessero nella partenza di questi due santi, perchè – così termina Romio – come è successo a loro succede ancora oggi a noi e nella comunità e nella similitudine ci diamo forza a vicenda”.