Nella vittoria dell’Italia agli Europei del 2020 c’è un po’ di Calabria e il merito è di Emerson Palmieri e Domenico Berardi, due giocatori che dopo l’esperienza azzurra hanno ricevuto anche alcune offerte di mercato (sui vari siti di scommesse era possibile puntare su un loro cambio maglia): il terzino si è trasferito all’Olympique Lione mentre l’attaccante, anche senza fascia di capitano al braccio non si è mosso da Sassuolo, scegliendo di continuare la sua esperienza con i neroverde, con la società che non ha ceduto alla tentazione di cederlo
Emerson Palmieri prova a trovare maggior continuazione con la maglia dei francesi dopo che agli europei, a causa del grave infortunio subito da Spinazzola, ha sfruttato la possibilità facendosi trovare pronto, magari capace d spingere di meno in fase offensiva, ma garantendo equilibrio.
Il giocatore ha iniziato la sua carriera in Brasile indossando una storica maglia resa grande da una leggenda di questo sport come Pelè, cioè quella bianconera del Santos. La sua esperienza in sudamerica dura tre stagioni nella quale riesce a segnare il suo primo goal a livello di prima squadra prima di arrivare in Europa.
Il suo primo contatto con il calcio europeo avviene in Italia, che diventerà presto la sua seconda casa e la nazione che ha scelto di rappresentare grazie alla passione che ha provato nei confronti del nostro Paese e alle origini calabresi del nonno, che hanno permesso a Mancini di convocarlo per gli ultimi europei.
In Sicilia non trova molto spazio, ma la Roma decide di puntare su di lui che lo acquista con la formula del prestito prima di riscattarlo la stagione successiva per una cifra vicina ai 2 milioni di euro, che permetterà al club giallorosso di realizzare una facile plusvalenza ( rivenduto a 20 Milioni più bonus) perchè l’allenatore gli preferiva un giocatore d’esperienza come Kolarov.
In Inghilterra troverà sulla panchina del Chelsea Conte, Lampard e Sarri con le quali non sviluppa proprio un ottimo feeling venendo impiegato spesso non come titolare ma come ottima riserva quando causa calendario intasati di impegni era fondamentale fare un po’ di turnover.
Nell’estate del 2021 dopo aver vinto Europei e Champions League come, il suo doppio compagno di squadra Jorginho, è passato al Lione, con il quale spera di diventare un titolare fisso.
Un giocatore che difficilmente stà fuori dal campo, soprattutto con il proprio club è Domenico Berardi.
L’esterno offensivo allenato in Serie A da Dionisi e da Mancini in Nazionale è nato a Cariati il 1 Agosto 1994 e con il club emiliano detiene il record di miglior marcatore sia nelle competizioni nazionali che coppe europee, mentre come presenze è dietro solo allo storico capitano Magnanelli, ma ha ancora tutto il tempo di superarlo, soprattutto se deciderà di sposare a vita questo progetto.
Rappresenta con passione e orgoglio il Sassuolo dal 2010, se vogliamo considerare anche due anni nel settore giovanile, prima che nel 2012 fa il suo esordio in Serie A dimostrando tutte le sue potenzialità, addirittura realizzando un poker storico contro il Milan in un match che ha visto trionfare la sua squadra con un pirotecnico 4 a 3 contro i rossoneri.
Berardi è un giocatore che può giocare sia da esterno in un attacco a tre e sia da seconda punta, abile nel dribbling. Può sfruttare le sue capacità balistiche anche nei calci da fermi dalla distanza, arma che spesso utilizza per punire i portieri avversari.
Una cosa nella quale ancora deve migliorare è la gestione delle sua emotività, visto che troppe volte ha avuto atteggiamenti esagerati sia nelle proteste con gli arbitri sia con interventi al di sopra delle righe che gli sono costati cartellini rossi.
Ultimamente è riuscito a limare questo aspetto della sua personalità e finalmente è pronto e maturo per fare il salto di qualità, andando a giocare in palcoscenici più prestigiosi, disputando con continuità le coppe europee.
Bisognerà vedere se già a Gennaio o nel prossimo mercato estivo i neroverdi lasceranno andare a cuor leggere il loro bomber o Berardi sceglierà di diventare una bandiera come Francesco Totti e giocare tutta la carriera indossando sempre gli stessi colori, anche se nel calcio di oggi queste scelte sono sempre più rare e uniche.