Una signora di Corigliano protagonista di una storia di sanità, anzi d’eccellente sanità. Accusava forti dolori addominali dopo ogni pasto e in pochi mesi, a causa della limitazione dell’alimentazione, aveva perso già 17 chilogrammi.
È il quadro clinico che presentava una donna di 45 anni residente nell’area urbana di Corigliano che nelle scorse settimane si è ricoverata presso l’Unità di Gastroenterologia dell’Irccs “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, comune ai più noto per l’indissolubile legame con Padre Pio.
I primi accertamenti, poi seguiti da una Tac con mezzo di contrasto e da una angiografia, hanno evidenziato una vasta diffusione di placche aterosclerotiche, cioè accumuli di grasso, nell’aorta addominale e in particolare nei vasi arteriosi viscerali che causavano una ischemia mesenterica cronica riducendo in maniera significativa l’apporto di sangue all’apparato gastrointestinale.
La complessità e l’estensione delle lesioni – tra cui l’occlusione all’origine del tripode celiaco e dell’arteria mesenterica superiore e il restringimento della mesenterica inferiore – hanno imposto una immediata rivascolarizzazione chirurgica su entrambe le arterie mesenteriche. Se ciò non fosse avvenuto, la donna sarebbe andata incontro ad una necrosi dei tessuti intestinali con un elevato rischio di morte.
L’operazione, durata circa 4 ore, è stata eseguita dallo staff coordinato da Vincenzo Palazzo, chirurgo e direttore dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’Irccs “Casa Sollievo della Sofferenza”, assieme ai chirurgi Roberto Marinucci e Luigi Semeraro, coadiuvati dal medico anestesista Antonio Bove e dal personale infermieristico e tecnico di sala operatoria.
«Non è stato possibile procedere con una metodica endovascolare – ha spiegato il primario – poiché il vaso era completamente chiuso e l’unica scelta disponibile era un intervento in “open” per impiantare un bypass su tutte e due le arterie mesenteriche. La protesi impiantata, partendo dall’arteria iliaca comune destra, collega le due arterie mesenteriche superiore ed inferiore per creare un percorso alternativo e permettere al sangue di defluire normalmente, scavalcando l’occlusione che si era creata e raggiungere così l’apparato gastrointestinale».
Nonostante la complessità dell’intervento, la donna ha risposto bene ed è stata dimessa dopo 7 giorni, non prima di aver effettuato tutti gli ulteriori accertamenti diagnostici. Dopo un breve periodo la paziente è tornata ad alimentarsi normalmente, senza più alcun dolore, e ha gradualmente recuperato 10 chilogrammi di peso. L’ottimo risultato dell’intervento è stato successivamente confermato da una Tac con mezzo di contrasto eseguita in Radiologia che ha evidenziato la pervietà del vaso.
Fabio Pistoia