Non rubare, dice il settimo comandamento; furto, art. 624 bis codice penale. Ormai, frequentemente, assistiamo a furti ed atti vandalici nelle Chiese, anche della nostra Città. L’ultimo in ordine di tempo quello tentato nella Chiesa di Maria SS. Delle Grazie, allo Scalo dell’Area Urbana di Corigliano.
Ma se per quando riguarda le offerte, il bottino è quasi sempre “magro”, più che altro vengono danneggiati, anche in modo permanente, i bussolotti e le cassette per la raccolta, quello che preoccupa, e non poco, è la presa di mira di statue ed oggetti di culto. Non ho trovato i soldi, ti danneggio la statua, i paramenti, la suppellettile, i banchi, le vetrate, ecc. E la “statua” di Santa Rita “subisce la violenza” di chi ha dimenticato di trovarsi nella casa di Dio. Rubare “quei pochi spiccioli” per fame è sempre da condannare, ma è motivo, a volte, della disperazione di non poter avere neanche il necessario per vivere. Danneggiare una statua e provocare danni, no, non è tollerabile e la Società civile non può restare impassibile davanti a tutto questo. Se vieni a rubare in Chiesa è come se avessi rubato a casa mia, il cristiano dovrebbe, almeno, pensarla così. La violenza contro un luogo sacro è frutto della “violenza” di una società che ha dimenticato i valori cristiani, i valori della vita, che ha dimenticato di… essere umani! Buon cammino a tutti!
francesco caputo