Di Francesco Caputo
In questo tempo difficile, segnato della pandemia del COVID-19, un raggio di sole, la festa della Madonna della Neve, memoria antichissima, fin dal 1649, in seguito ad un’apparizione miracolosa, a partire dalla quale avvenne la costruzione del Santuario nel borgo marinaro di Schiavonea.
Questa festività, molto sentita, deve, purtroppo, fare i conti con la grave emergenza in corso. Per questo, anche quest’anno, è bene avere prudenza. La prudenza che ci aiuta a prenderci cura di noi stessi e degli altri. La consapevolezza allontana da noi l’ingenuità di pensare che tutto sia finito, e ci porta a guardare le conseguenze che questa pandemia ha provocato nella vita delle persone, delle famiglie, sul piano fisico, psicologico ed economico. Eppure, nonostante le limitazioni, la fiamma della fede non è venuta mai meno. Le limitazioni, hanno permesso di cogliere l’essenzialità delle feste religiose, il cui “centro” è la Celebrazione dell’Eucarestia. Le polemiche per manifestazioni, che vanno al di fuori del “Sacro”, lasciamole fuori dal sentimento religioso e dalla pietà popolare. Torneranno le processioni, le feste, il sano folklore e gli abbracci ma, non dimentichiamo, il senso del programma “sottoscritto” da Maria di Nazareth, “Accoglienza – Amore – Memoria”. Una parola di conforto, un pasto caldo, un bicchiere d’acqua, dato a chi soffre, ha molto più valore di ogni manifestazione. Buona festa di Santa Maria ad Nives!
francesco caputo