Caro direttore, sono un impenitente buongustaio, per questo, durante le notti estive, me ne sto in giro alla ricerca di buoni e onesti sapori. Confesso anche un’altra mia debolezza: mi piace associare il cibo alla bellezza, merce che sta diventando sempre più rara nei nostri ristoranti.
I quali, per loro caratteristiche, sono purtroppo di una bruttezza sconcertante. Il che, smentendo chi diceva che la bellezza è una promessa di felicità, mi porta a pensare che in un ristorante brutto difficilmente si riuscirà anche a mangiar bene.
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