In Calabria si muore per la malasanità, perché in Calabria siamo bravi anche a sostituirci al Padre Eterno. In Calabria siamo capaci di non far nascere i bambini, o “ammazzare” le partorienti.
Perché quando ti viene diagnosticato un tumore, ti devi fare forza e coraggio, prendere il pullman o il treno e andare magari a Milano per cercare speranza di una vita dignitosa, e non puoi neanche “incazzarti” quando quel tumore ti è stato provocato dalle ferrite di zinco “sepolte” nella Sibaritide! In Calabria siamo bravi ad accusare un Governo regionale, senza conoscere che la Sanità, ormai, è commissariata da anni, mortificata da chi canta “avanti popolo alla riscossa”, ma poi, nelle stanze del “potere” è pronto a tradire quel popolo. Basta commissariamento, basta umiliare la Calabria. Il problema non è chiudere o riaprire i reparti, il problema è la riorganizzazione della “macchina sanitaria” in ogni suo ambito, da quello amministrativo fino ai servizi. L’Amministrazione della terza Città della Calabria non può restare inerme davanti a questo scempio. Non servono le passerelle e l’emergenza sanitaria, legata al Covid-19, dovrebbe far riflettere qualcuno. Per fortuna, lassù, ancora, qualcuno ci ama….
francesco caputo