Anche quest’anno ci accingiamo a vivere i sacri riti della settimana santa, la pandemia che stiamo vivendo ha sicuramente limitato le tante e belle celebrazioni che ogni fedele cristiano vive con partecipazione ed entusiasmo.
La mente mi porta a ricordare la piccola parrocchia nel cuore dello scalo dedicata alla beata Vergine Maria delle grazie in cui si vivevano in piena solennità i riti della Pasqua. Con il trasferimento di Don Vincenzo Ferraro sicuramente tante cose sono cambiate.
Con questo breve articolo voglio ricordare la laboriosa passione di zia Franca Groccia che si dedicava insieme ad altre figure della comunità alla preparazione dell’altare della reposizione erroneamente definito dalla pietà popolare “il sepolcro” passione e fede che si intrecciavano con amore tra le sue mani e davano vita a solenni apparati ricchi di significato e tradizione. La storia di fede della comunità è innestata alla storia dello scalo che fin dall’inizio del suo popolamento ha cercato di dare giusta solennità ai Sacri riti che si celebrano nei giorni della settimana santa, già dalla fine degli anni sessanta il parroco Don Flaminio Ruffo acquistò una statua in cartapesta del Cristo morto che disposta nella bara veniva portata in processione per le vie dello stesso scalo(l’opera di pregevole fattura leccese si trova oggi nella parte absidale della chiesetta), la processione del venerdì santo con l’arrivo del successivo parroco don Vincenzo Longo venne anche arricchita da una statua manichino della Beata Vergine Addolorata affidato dallo stesso parroco alla cura dei “Figli di Maria”, pia Associazione che oggi conta numerosi membri. Un’altra lodevole iniziativa di quegli anni è stata la Passione Vivente che negli ultimi anni era stata ripresa e riportata in scena nella grande Piazza salotto. Con l’augurio che possiamo tornare a vivere tempi migliori caratterizzati da quei momenti di fede e di devozione che non hanno lo scopo di svalutare il valore teologico della fede ma altresì arricchirlo e impreziosirlo di momenti che segnano la vita del Cristiano.
Un nostalgico parrocchiano
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