Ci sono sfide che, nella vita, ci portano ad un bivio. A volte queste sfide sono così dure da metterci davanti a quel bivio senza lasciarci facoltà di scelta. L’unico appiglio che ci resta è la forza di volontà, il coraggio, la determinazione. A volte, nemmeno questo.
Subentra quindi la speranza, ci si aggrappa con ogni singola energia anche all’unico spiraglio che si intravede davanti noi e, qualche volta, può essere che accada un “miracolo”. Si potrebbe sintetizzare così l’odissea vissuta dall’imprenditore coriglianese Enzo Rinaldi, che oggi torna a casa, nella sua città, dopo aver passato gli ultimi tre mesi a lottare contro il Covid per restare in vita, arrivando al punto da rimanere appeso ad un filo. Quel filo, però, anche se sottile, non ha ceduto. Attraverso la propria forza di volontà, la famiglia che gli è stata accanto e lo sforzo dei medici specialisti che lo hanno seguito, Enzo è riuscito a riemergere da un baratro che sembrava senza ritorno e, alla fine, ce l’ha fatta. Ha sconfitto il “nemico”. Ha superato la sfida più ardua.
La famiglia, in occasione del suo rientro a casa, ci ha tenuto fargli sapere quanto l’abbiano atteso e, ad oggi, quanto enorme sia la felicità nel poterlo riabbracciare e vederlo ancora sorridere alla vita. «Siamo stati testimoni di un miracolo – raccontano i suoi parenti – qualcosa in cui tutti speravamo ma che, ad un certo punto, sembrava impossibile. E’ iniziato tutto ai primi di gennaio, quando ha avuto i primi sintomi resi ancora più gravi da una sua patologia pregressa. Giorno 10 è stato trasferito in ambulanza a Cosenza ma, vista la gravità della situazione, è stato poi trasportato d’urgenza all’ospedale catanzarese Mater Domini di Germaneto. L’accoglienza ricevuta e la professionalità degli addetti ai lavori che abbiamo riscontrato in questo posto, c’è da dire, è stata davvero unica e, nella fattispecie, è doveroso rivolgere un ringraziamento speciale al dottor Andrea Bruni e a tutto il suo staff, veri e propri “angeli” al fianco del nostro caro Enzo in questo delicatissimo percorso. “Se vince lui, vinco pure io”, ci ha detto il dottor Bruni, accogliendo Enzo quasi come un fratello. Poi il calvario: è rimasto attaccato per settimane ad un macchinario, in “standby” tra la vita e la morte – raccontano ancora i familiari – superando alcuni step fondamentali per restare agganciato alla vita. Nel frattempo, a riprova che la situazione fosse davvero drammatica, basti pensare che dagli operatori medici ci veniva detto solo di aver fede e di continuare a sperare. Più passava il tempo e più vedevamo il buio. Avevamo però tanta speranza, aspettavamo ogni giorno una telefonata che ci desse uno spiraglio di luce. Ogni volta che entrava in sala operatoria, aspettavamo fino a tarda notte che arrivassero notizie. Il calvario ha avuto termine quando finalmente è stato staccato dalle macchine che lo tenevano in vita e, dopo un ulteriore breve periodo sempre a Germaneto, è stato trasferito nella clinica di Laurignano per proseguire la riabilitazione. Oggi, finalmente, termina questa odissea – dicono i suoi parenti – possiamo riabbracciare il nostro caro Enzo e fargli percepire tutto il nostro affetto guardandolo negli occhi. Le lacrime versate sono state tante, il dolore che ci siamo portati dentro, mentre lui soffriva e cercava di restare in vita, ci ha segnato profondamente. Abbiamo imparato ancora una volta quanto sia importante il valore della famiglia, dando il giusto peso ad ogni giornata che viviamo, l’umiltà che ci vuole per essere degni di alzarci ogni mattina ringraziando d’aver un posto in questo mondo. Da parte nostra è doveroso ringraziare chi ha dedicato, dal primo giorno, il proprio tempo e le proprie competenze al nostro familiare, come il dottor Claudio Trombetti degli ospedali riuniti iGreco di Cosenza, ma anche tutto il personale medico – sanitario che lo ha seguito e che ne ha curato la riabilitazione, oltre alla già citata equipe del professor Bruni. Inoltre, per la vicinanza dimostrata, un affettuoso pensiero va anche all’amico e onorevole Francesco Sapia. Come famiglia, vogliamo dare un caloroso “bentornato a casa” al nostro caro Enzo. Qualcuno, da lassù, ha premiato la nostra fede e ha rivolto lo sguardo verso di noi, perchè davvero abbiamo assistito ad un miracolo. Grazie, Campione – concludono i familiari di Enzo Rinaldi – per aver vinto la partita più importante della tua e della nostra vita».
Oggi torna dunque a casa, nella sua terra, un compaesano, un imprenditore benvoluto ma soprattutto l’amico di tutti. Si dice che la vita sia sempre piena di nuove sfide… Beh, grande Enzo, stavolta abbiamo un po’ tutti l’impressione che, dopo tutto, adesso tu abbia un bel credito verso essa, per cui goditi ciò che ti aspetta, in futuro, minuto per minuto. In bocca al lupo!
Johnny Fusca