E’ da più di due anni che attorno al Monumento ai Caduti, in piazza Vittorio Veneto, l’incuria del tempo ha fatto sciogliere la pittura che ricalcava i nominativi dei militari ivi scolpiti. E’ probabile, anche, che le pitture a suo tempo adoperate non fossero delle migliori qualità. Fatto sta che è proprio deprimente sostare davanti al Monumento e non poter leggere i vari nomi dei nostri caduti: per non parlare del parcheggio consentito tutt’intorno.
Più che di sciatteria si tratta, piuttosto, a nostro modesto avviso, di quella particolare tipologia di distrazione per le uniche testimonianze che esprimono ricchezze di valori che restano durature nel tempo.
Inutile, perciò, che un Comune tenga un Monumento degradato.
I Monumenti vanno sistematicamente curati. Quei nostri concittadini hanno lasciato la loro giovinezza sui campi di battaglia per dare a noi un domani migliore.
Custodire il nostro Monumento e renderlo visibile al massimo è un dovere prioritario dell’Amministrazione Comunale.
Noi ci rendiamo conto che il Covid sta contribuendo a distrarci, ma quei morti non possiamo trascurarli all’infinito.
Già due anni fa su Gazzetta del Sud il collega Ernesto Paura ha avuto modo di porre all’attenzione dell’Amministrazione Civica e dell’opinione pubblica il problema che io, adesso, riprendo; Per quel che mi risulta, e che mi viene confermato da tecnici amici, la spesa, è irrisoria. Si tratta di ripetere la tinteggiatura dei nomi e di far istallare dei faretti in modo che diano risalto a tutta l’opera.
E questa volta non si può più procrastinare la collocazione attorno al Monumento di due o tre lapidi con scolpiti i nomi di 96 caduti nella Prima Guerra Mondiale che non sono mai stati riportati. Non conosco i motivi di questa grave distrazione: sarà stato per negligenza, per ignoranza o per ragioni economiche, comunque sia, oggi bisogna correre ai ripari. Ci tengo a chiarire che sono nostri concittadini che non possono e non devono essere ignorati. Sono giunto anni fa al riscontro di questa lacuna, a seguito di mie ricerche che mi hanno portato a pubblicare un libro su “Il Sacrificio e l’eroismo dei coriglianesi nelle due grandi Guerre Mondiali” e sul quale ho riportato i 96 nominativi dimenticati.
Sarà, dunque, esaltante consegnare un giorno non lontano quei nomi alla città e ai parenti. Togliamoli dall’oblio e restituiamoli alle nostre riflessioni, alle nostre preghiere, ai nostri ricordi. Restituiamoli alla nostra riconoscenza e al nostro affetto. Accomunati in un unico abbraccio.