Oggi, 27 gennaio, è il giorno della memoria. In questo giorno del 1945 l’armata rossa liberava i reclusi ancora vivi del campo di concentramento di Auschwitz delle cui atrocità tanto hanno parlato i pochi sopravvissuti come lo scienziato-scrittore Primo Levi ( Se questo è un uomo ), la senatrice Liliana Segre, il nostro concittadino Luigi Algieri, da poco scomparso. Ricordiamo Anna Frank (e il suo diario), ragazza costretta a vivere chiusa in uno sgabuzzino prima di finire con la sua famiglia nei forni crematori nazisti.
Ricordiamo che solo gli ebrei annientati furono sei milioni. Ricordiamo che Mussolini e il re Vittorio Emanuele III nel 1938 firmarono le infami e vergognose leggi razziali. Ricordiamo che entrambi questi personaggi finirono vigliaccamente la loro carriera ognuno con una fuga ingloriosa. Ricordiamo e riflettiamo. Ognuno di noi, nel suo piccolo, deve ricordare, a chi tuttora farnetica magnificando le gesta dei nazifascisti, che la sopraffazione e l’annientamento fisico e morale del nemico identificato nel diverso ( per motivi religiosi, politici, etnici, sessuali, di genere o altro) è un fatto disumano. Ognuno di noi deve ricordare che i partiti che ammiccano a neofascisti e neonazisti preparano sconquassi nella società. Ognuno di noi deve ricordare che l’apatia e la non partecipazione regalano il potere ai prepotenti. Il genere umano è di una sola razza ( quella umana appunto) e solo la collaborazione tra i popoli, tra i generi, tra i diversi, può portare la pace, il progresso, il benessere, la giustizia e, in una parola, la civiltà. Riporto le parole del reverendo Martin Niemoller :
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e io fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.